Cinque spettacoli realizzati in mix group da attori portatori di handicap e non. È iniziata la rassegna NèonTeatroFest “Nessuno escluso!” che vede sul palco del Centro Zo di Catania attori normodotati e diversamente abili. Un cartellone che trova il suo fondamento nella promozione del valore delle differenze tra individui. Monica Felloni ne è l’ideatrice e regista.
Dopo il debutto de L’incanto, il programma prosegue il 14, 15 e 16 dicembre con la piéce “Neve”, dal celebre racconto di Maxence Fermine, nuova produzione della compagnia “Bagnati di Luna A.I.P.D.” sezione di Catania.
NèonTeatroFest
E’ la prima rassegna che fate per una stagione completa?
“No, non è la prima. Nel 2008 al Teatro San Giorgi di Catania abbiamo realizzato la prima rassegna di Teatro delle diversità anche quella rivolta al pubblico delle scuole e ad un pubblico serale”.
Sono previste tournée?
“Prevediamo di girare con alcuni degli spettacoli presentati in rassegna, abbiamo già delle date a Roma, Arezzo, Milano, Torino e in Calabria. Nel 2012 punteremo anche a far girare i nostri lavori all’estero. A fine novembre presenteremo la rassegna NèonTeatro Fest al XII convegno nazionale di Teatro delle diversità di Urbania”.
NèonTeatroFest: filo conduttore tra gli spettacoli
C’è un filo conduttore tra i vari spettacoli?
“Il filo conduttore è innanzi tutto dato dalle persone che recitano negli spettacoli. Filo conduttore è l’unicità di ognuno che partecipa tramite un processo creativo ed artistico alla creazione dello spettacolo con la propria umanità, così com’è, portatore di un suo modo di essere nel mondo, d’immaginare ed interpretare la vita. Se c’è un tema ricorrente in tutti gli spettacoli, è forse quello della scoperta, la scoperta delle parole, di una terra, di un amore, di una natura, di un venire al mondo in ogni momento. Forse inconsapevolmente tutto il nostro lavoro si è direzionato verso questo senso delle cose per il nostro continuo stupore nel rimaner incantati dalla bellezza delle persone con cui lavoriamo”.
Iniziativa anche per le scuole, che differenza c’è tra il pubblico dei giovanissimi e quello degli adulti?
“Certamente la differenza c’è e l’uno non è meglio dell’altro. I ragazzi partecipano allo spettacolo con movimento ed energia, ridono, applaudono, fanno sentire che ci sono, scambiano facilmente ed immediatamente le emozioni con chi è sulla scena, mentre il pubblico serale è un pubblico che ascolta molto profondamente, è un pubblico denso, attento e discreto, emotivamente coinvolto. Per chi sta in scena, che tipo di pubblico si ha davanti è determinante, ma la straordinarietà del lavoro fatto finora è che ogni volta è diverso e sempre bello; il clima, l’atmosfera può cambiare, e quindi determinare il clima e l’atmosfera dello spettacolo, è come se in base al pubblico che partecipa, lo spettacolo rivelasse una possibilità sempre nuova di essere sulla scena”.
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