“Nubendi” il testo teatrale di Nino Romeo, andato in scena dal 7 al 9 aprile al Piccolo Teatro della Città, altro non è che un viaggio fra spazio e tempo, un intreccio di storie e di racconti “deliranti” come si legge tra le note di regia, tra passato, presente e futuro.
Il palcoscenico del teatro è basso, il proscenio è aperto, non c’è sipario e viene meno la pirandelliana quarta parete, una scelta di regia o una casualità? Resta il fatto che, grazie a questo, lo spettatore è completamente immerso nella rappresentazione teatrale, seduto insieme ai personaggi dell’opera all’interno della migliore pasticceria della città.
Sembrano gli anni trenta e forse lo sono, i costumi di Rosy Bellomia sono curati nel minimo dettaglio, i due personaggi di Vira e Varo interpretati da Ludovica Calabrese e Nicola Costa vivono silenziosamente la scena. È Tilla, interpretata da Graziana Maniscalco, a raccontarsi per prima, mettendo a nudo i suoi “frutti del tempo” e le sue “macchie di gioventù” delle quali va ancora fiera.
Poi è la volta di Tello, Angelo Tosto, che con la sua dote interpretativa e la sua incantevole naturalezza, svela allo spettatore la sua storia, la sua vita d’artista e il segreto del suo passato. Un fluttuare di movimenti scenici ben orchestrati va avanti per tutta la prima parte dello spettacolo, anche se il ritmo degli attori è lento, fino a quando il passato si sovrappone al presente per diventare futuro.
Entrano in gioco le silenziose figure di Vira e Varo che svelano la loro vera identità e a quel punto la storia sembra quasi diventare grottesca. Lo spettatore viene completamente spiazzato dallo scambio di ruoli e dal mescolarsi delle identità alle quali assiste. Il ritmo cresce e l’ingarbugliarsi della trama diventa avvincente con l’arrivo delle figure di una Giovane Donna, Valeria La Bua, e di un Giovane Uomo, Pietro Cocuzza, in abiti moderni con dettagli militari della nostra generazione.
La sovrapposizione temporale è latente ma lo spettatore non capisce, fino a quando non c’è un definitivo e palese riferimento d’attualità: uno zaino pieno di esplosivo che chiude la scena e pone fine allo spettacolo, lasciando il palco vuoto e la platea muta, fino allo scrosciare del clamoroso applauso finale.
“Nubendi” lo spettacolo prodotto dal Gruppo Iarba/Gria teatro con la regia, scene e luci di Nino Romeo è un testo positivamente “delirante” molto colto e psicologicamente stimolante, ma a tratti poco piacevole da ascoltare a causa del continuo alternarsi di un linguaggio erudito e una volgare e inappropriata scurrilità, che malgrado tutto suscita ancora il riso.
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