Popcorn machine, sul palco fumo di sigarette, oggetti volanti, una tigre che cade dal cielo, popcorn che scoppiettano, una macchina da cucire, un vecchio pianoforte, una sedia da barbiere, manichini fatti a pezzi, mani, braccia, teste, gambe.
Una serie continua di eventi estremi e surreali che coinvolgono tre donne e un uomo, che più di una volta muore e si risveglia. È il Kunst-cirque dei My!Laika, andati in scena al Centro Zo di Catania con Popcorn machine per la mini rassegna Performing Art.
Popcorn machine è uno spettacolo nel quale il teatro si mescola al circo contemporaneo: su un trapezio una donna esegue acrobazie estreme, su una bicicletta acrobatica le gambe di Paolino giocano alla roulette russa. L’attenzione dello spettatore è rapita dai dettagli scenici, da maschere orrende, da donne che si afferrano per i capelli, da lotte acrobatiche. La performance coinvolge i sensi: la vista, con acrobati che si esibiscono con un’alta tecnica, l’olfatto, con l’odore di popcorn e di sigaretta, l’udito, con suoni elettronici, rumori, litanie, urla, risate. I My! Laika suonano dal vivo e trascinano il pubblico in una confusione di sentimenti, azioni, stimoli. I personaggi rivelano la loro intima natura che si mostra a volte crudele, sfiorando il sadismo e il masochismo, a volte misteriosa e conturbante. I sentimenti diventano ambigui e il caos regna sovrano: si ride quando si vorrebbe piangere e viceversa. Paolino, pagliaccio moderno e giocoliere, ha una comunicazione fatta di gesti e frasi spezzate, priva di senso, ironica. I linguaggi europei si mescolano. In questa moderna Babele si riesce a catturare qualche frase: “C’è una connessione tra l’apocalisse e i vostri progetti per il fine settimana”, “Questa non è violenza è comunicazione, finzione”. La confusione fisica e verbale è perfetta nel suo nonsense, è creata ad arte con professionalità. Momenti di domestic apocalypse si alternano a momenti di stasi. I suoni della chitarra elettrica e i rumori di una macchina da cucire rievocano gli spari di una mitragliatrice, una pistola spara su un uomo che cade a terra morto, le note del violoncello si giustappongono al ritmo di una canzone d’amore siciliana. Il pubblico ride ancora. In tutto ciò c’è un file rouge che unifica i conflitti intimi, le immagini di forte impatto e il carattere neofuturista dello spettacolo: la metafora del popcorn esplosivo. Mentre da una parte c’è chi s’affanna, dall’altra c’è chi guarda gli eventi seduto in poltrona mangiando popcorn, come al cinema. Gli eventi altrui si osservano con distacco, come se si trattasse di un film. Il circo contemporaneo diventa circo esistenziale e la metafora acrobatica della nostra quotidianità raggiunge livelli di poesia elevati.
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