L’Efebo d’Oro torna alle proiezioni in sala. Molti dei film che quest’anno proponiamo nelle due sezioni in concorso affrontano storie che, in qualche modo, parlano di “ritorni”:
- ritorno in luoghi da cui si mancava da tanto tempo,
- tentativi di difficili ritorni,
- volontà di non tornare indietro.
Efebo d’oro: i premiati
L’Efebo d’Oro Nuovi Linguaggi – Città di Palermo viene assegnato a Constanze Ruhm, artista austriaca attiva nel mondo del video, delle installazioni, della multimedialità, molto nota all’estero. Il pubblico potrà dialogare con lei la sera di venerdì 19 novembre, e sarà questa un’occasione unica per avvicinare la sua complessa arte.
Abbiamo poi i concorsi:
- 14 film in totale,
- di cui ben 11 in anteprima nazionale;
- 7 partecipano all’assegnazione dell’Efebo d’Oro, Premio per il Miglior film tratto da opera letteraria
- e altrettanti 7 al Premio Efebo Prospettive per opere prime o seconde.
Sezione Efebo d’oro
Nella sezione Efebo d’Oro per il film tratto da un’opera letteraria:
lo spaesamento di una donna che sembra aver perso la memoria ma non le proprie capacità culinarie nel film Green Sea, della regista greca Angeliki Antoniou.
Il difficile ritorno in patria di un uomo che, in realtà, è solo un’invenzione letteraria nel bellissimo O ano da morte de Ricardo Reis, tratto dall’opera omonima del premio Nobel José Saramago.
La ricerca delle proprie radici e del proprio passato, che troviamo tanto nel film di İlker Çatak (regista nato in Germania da genitori turchi) Stambul Garden, basato su un romanzo di Finn-Ole Heinrich, quanto nell’opera prima Luxor, realizzato in Egitto dalla regista Zeina Durra.
ma ci sono anche film d’animazione come My Sunny Maad, che Michaela Pavlátová ha tratto da Frišta di Petra Procházková e il film dalla tematica gemella Sous le ciel d’Alice, primo lungometraggio dell’artista francese Chloé Mazlo.
E ancora: il disperato tentativo di una far tornare il figlio dalla prima guerra mondiale in Erna at War, di Henrik Ruben Genz, tratto dall’omonimo romanzo di Erling Jepsen e la altrettanto disperata immersione in cinque giorni di passione tra due ex amanti che aspettano inermi una possibile catastrofe in It Feels So Good, del giapponese Haruhiko Arai, dal romanzo Kako no Futari di Kazufumi Shiraishi.
E N.P, di Lisa Spilliaert, basato sull’opera omonima di Banana Yoshimoto, film in cui la tematica della traduzione – di linguaggi diversi e del passaggio da un linguaggio all’altro – porta la regista a rinunciare a ogni sincronismo dei dialoghi.
Premio Efebo d’oro Ornella Sgroi
Ancora, tra i film della sezione Efebo Prospettive, c’è l’opera prima di Alessandro Grande Regina, film coraggiosamente insolito nel panorama cinematografico italiano, l’iraniano Hot Scent, di Ali Ebrahimi – ancora un tentativo di ritorno a casa osteggiato da eventi avversi e casuali -, Bait, di Mark Jenkin, film di ricerca in cui si recupera, in una sorta di tentativo di ritorno alle origini, il metodo di ripresa con la cinepresa 16mm (come, peraltro, vedremo anche nel film fuori concorso di Dario Albertini Anima bella). E infine due sorprese: Garçon Chiffon, opera prima del noto attore francese Nicolas Maury e My London Lullaby, che Hugo Santa Cruz ha girato in condizioni assolutamente eccezionali durante il lockdown di Londra, dandoci testimonianza di una assoluta volontà di vita.
Infine altre due opere fuori concorso: Gramsci’s Notebooks, che segna il ritorno del nostro Mike Hoolboom (Efebo d’Oro – Nuovi Linguaggi del 2019) con un cortometraggio giurato proprio qui, a Palermo e in Italia, quando venne a ritirare il Premio che gli assegnammo; e il lungometraggio documentario Avant la fin de l’été della componente della giuria Efebo Prospettive Maryam Goormaghtigh, e opera già pluripremiata ancora, per noi, da scoprire.
Non mancheranno inoltre i riconoscimenti per il Miglior saggio di cinema – Premio Nicolò Lombardo, che viene assegnato a Christian Uva, autore de L’ultima spiaggia: Rive e derive del cinema italiano (Marsilio, 2021); il Premio Corrado Catania – Mestieri del cinema, che va al tecnico del suono Gaetano Carito; e il neonato Premio Fondazione Curella attribuito a Ornella Sgroi, autrice del libro È la coppia che fa il totale (Harper Collins, 2020).
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