Primo nelle classifiche di vendita, Sfera Ebbasta è il vero fenomeno del momento. Il suo ultimo videoclip ha registrato 3milioni di visualizzazioni su Vevo. In poche ore. Sfera Ebbasta ha conquistato anche Catania. Il rapper milanese è stato letteralmente invaso dai fan etnei. La Feltrinelli ha ospitato il suo InStore tour dell’omonimo album “Sfera Ebbasta”.
“Mio nonno era di Mazzarino e di conseguenza mia mamma ha origini siciliane – spiega il rapper – Ma è la prima volta che vengo in Sicilia, non mi era mai capitato neanche in vacanza. Finalmente posso assaggiare un arancino veramente buono. E poi la gente qui è molto calorosa”.
Intervista Sfera Ebbasta
Il singolo “Ciny” che racconta la realtà di strada di Cinisello Balsamo è diventato un inno per i ragazzi dei quartieri periferici di tutta Italia. Come ti spieghi questo successo?
“In realtà parlo di Cinisello perché è il posto che conosco bene. Ma quella è una realtà comune in tutta Italia. Ogni posto potrebbe essere Cinisello. Questo è il motivo per cui anche a Catania c’è gente che mi ascolta. Le storie che si vivono nei quartieri sono sempre le stesse”.
Seguitissimo da un pubblico poco più che adolescente, che consigli ti senti di dargli?
“Adesso è un bel dramma. In questo momento se non hai le idee chiare su cosa vuoi fare nella vita, sei veramente fregato. O ti ritrovi a fare un lavoro scadente o devi avere la fortuna e la capacità di crearti il tuo ambiente. Non è così facile, non tutti ci riescono. Il mio consiglio è sicuramente quello di impegnarsi fino in fondo e di non mollare mai. Tutto può succedere, anche quando sembra tutto fermo”.
Nel panorama musicale, c’è ancora spazio per i giovani?
“Adesso che ci sono io, sicuramente no. Li mangio tutti. Le cose fatte bene, le belle canzoni ci saranno sempre. Ci sarà sicuramente spazio per nuovi artisti, però competere con le mie canzoni è un po’ difficile. Se si impegnano magari ci riescono”.
La scorsa settimana ti sei presentato davanti le scuole di Milano per regalare il tuo singolo. Tu che alunno eri?
“Come quel giorno lì, stavo sempre fuori. Non è cambiato nulla. A scuola non ero molto portato per le regole. Ho mollato molto presto, dopo tre mesi di primo superiore. Non mi piaceva per niente. Tornare a scuola a regalare il mio singolo è stata una figata e c’era un sacco di gente. È stato veramente bello. Non lo aveva mai fatto nessuno, sono orgoglioso di essere stato il primo”.
Scrivi un Commento