Sul palco dell’ex Diana la vita “in bianco e nero” della Balistreri


Occhiali scuri, berretto rosso. Pochi oggetti in scena, una sedia, una valigia, qualche lumino acceso.  La libreria Mondadori Diana per una sera torna a nuova vita e ridiventa teatro. Sul piccolo palco illuminato solo da luci fioche scorre, sotto gli occhi attenti di un parterre tipico delle grandi occasioni, la storia di Rosa Balistreri sapientemente interpretata da Giovanna Criscuolo che, però, deve fare i conti con un microfono che ogni tanto “si perde”. Un problema tecnico. Ma lei va avanti e riesce a dar forza e spessore al monologo scritto da Marco Alessi e Salvo Rinaudo che racconta l’incredibile vita di Rosa Balistreri, la più grande cantante folk italiana.  

 

“Notte intera senza sonno” è un racconto in musica e parole, c’è tutto il male e il bene che l’artista licatese ha incontrato e cantato: le condanne scontate in carcere e poi la fuga a Firenze, l’omicidio della sorella e il suicidio del padre fino all’incontro con l’amore e con quegli artisti che riconoscendone il talento l’hanno finalmente aiutata ad emergere. “Io fuggivo dal male, ma quello mi trovava sempre”, dice Rosa. Il suo era un mondo in bianco e nero poche volte colorato di azzurro, rosso, giallo, blu o verde. Il suo “arcobaleno” si chiamava Manfredi, l’aveva portata nel mondo della cultura. “Io zitta stavo” racconta lei. E la sua voce zittiva, invece, il bel mondo della cultura. Lì lontano dalla sua Sicilia incontrò pure “quell’attore, uno del Nord, alto alto con il cognome piccolo, Dario Fo. Miiiii e la mia vita cambiò”.

Una storia forte che si svolge a partire dagli anni ‘30, sullo sfondo di una Sicilia ancora arcaica con i suoi pregiudizi, le sue regole sociali, la sua povertà.

Una storia scandita e accompagnata da arrangiamenti che svelano complessità e la notevole cifra artistica della musica della Balistreri.  Riferimenti al jazz, al pop, al rock  attraversano il repertorio di Rosa: dalla ninna nanna della “Siminzina”, a quel “Terra che non senti”, il brano escluso in extremis  dal  Sanremo del 1973 perché giudicato edito, passando per “Mi Votu e mi Rivotu”, la canzone siciliana più famosa del mondo, di cui Rosa è stata irripetibile interprete. 

E l’interpretazione della Criscuolo è sorprendente.

A fine spettacolo la applaudono tra gli altri anche i colleghi Donatella Finocchiaro, Gilberto Idonea, Guido Caprino.

E lei si rivolge, così come faceva Rosa, non a tutti, ma ad ognuno. E canta non per tutti, ma per ognuno.

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