Testa di Medusa, in scena il teatro del paradosso


Il classico triangolo marito, moglie e amante in “Testa di Medusa”, in scena fino al 30 Marzo, al Teatro Musco, nell’ambito della rassegna “l’ Isola del Teatro”, con la regia di Ezio Donato, le scene di Giovanna Giorgianni, i costumi di Dora Argento, le musiche di Carmen Failla e le luci di Franco Buzzanca, diventa un gioco surreale e paradossale. Il testo di Boris Vian, pensato e ideato in chiave comica e dissacrante, sfrutta l’idea del mènage à trois per risvegliare l’ispirazione del marito scrittore unendo così gli elementi principi della commedia e della tragedia sfociando nel teatro dell’assurdo.

Antonio Bonneau, Miko Magistro, imprenditore amante della scrittura riesce a realizzare i suoi capolavori, solo, se stimolato da situazioni di alta sofferenza psicologica ed obbliga la moglie Lucia, Olivia Spigarelli, a tradirlo instaurando superficiali relazioni di sei mesi con uomini sempre diversi in modo da non perdere il ruolo principale nella vita della consorte. La “tranquilla” routine della coppia viene interrotta dalla presenza di Claudio Vilebrequin, giovane squattrinato musicista e seduttore della protagonista, Giampaolo Romania, che spodesta Franco Lopez, amante in carica, Riccardo Maria Tarci.

Un testo apparentemente leggero che trasmette, al divertito pubblico, un messaggio ben preciso: “niente è come sembra”.

Il concetto di relativismo in questa ironica e dissacrante messa in scena è chiaramente delineato dalla forza interpretativa dei protagonisti, i quali sfruttando la loro indiscutibile padronanza artistica riescono a rappresentare in modo chiaro  la genialità del discusso e criticato scrittore francese.

Bravo Miko Magistro nel dare vita al folle ragionamento mentale del protagonista felice di essere etichettato, solo, per motivi letterari come cornuto.

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