Un caloroso, ininterrotto applauso e una standing ovation hanno suggellato il trionfo della messa in scena dell’opera verdiana Rigoletto allestita per la riapertura del Teatro Comunale “Maria Caniglia” di Sulmona e per celebrare il bicentenario della nascita del Cigno di Busseto.
Con un tutto esaurito, il numeroso pubblico della città ovidiana ha accolto con grande entusiasmo e fervore l’allestimento firmato, per la regia e l’impianto scenico, dal regista di fama internazionale Enrico Castiglione, che ha ricreato un labirinto di sentimenti contrastanti, rispettando fedelmente il dettato del dramma verdiano e creando un perfetto equilibrio di suggestioni e una forte carica emozionale.
L’impianto scenico era impreziosito dai costumi preziosi e unici realizzati da Sonia Cammarata, creando dei veri e propri dipinti rinascimentali.
Di grande qualità anche la parte squisitamente musicale: l’Orchestra Sinfonica del Festival Euro Mediterraneo è stata diretta con mano sicura e diligente cura dalla bacchetta di Gianmichele D’Errico.
Ottima la performance del Coro Lirico siciliano, preparato con cura e dovizia da Francesco Costa, che ha eseguito perfettamente le pagine verdiane con ricchezza di colori, dinamiche e con grande potenza vocale unita a una non comune presenza scenica.
Tra il cast solistico spiccava la Gilda del soprano siciliano Clara Polito, dal timbro etereo e dalla grande resa vocale; buone le prove di Omar Kamata, dal bel timbro e dal canto convinto, nel ruolo del titolo e di Max Jota, giovane promessa della lirica, nei panni del Duca di Mantova.
Completavano il Cast della messa in scena del Rigoletto abruzzese la Maddalena di Irene Molinari, un equilibrio perfetto vocale e scenico, la Giovanna di Antonella Arena, dal bel timbro, il Conte di Monterone di Salvo Di Salvo, di grande forza teatrale e il bravo basso Gianluca Lentini nel ruolo di Sparafucile.
Puntuali gli interventi dei comprimari: Giampiero Cicino (Marullo); Daniele Cannavò (Ceprano); Daniela Calcamo (Paggio della Duchessa); Alberto Munafò (Usciere di Corte); Murat Can Guvem (Borsa).
Un grande trionfo e un successo senza precedenti che fa ben sperare in futuri allestimenti che possano far ritornare agli antichi splendori questo gioiello teatrale per una crescita culturale e artistica anche dello stesso territorio.
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