Carmen Consoli torna dopo cinque anni di assenza dalle scene con un nuovo album fatto di storie e racconti, denuncia e cronaca nera. Non ha inciso ma di musica ha vissuto in questo quinquennio che l’ha vista muoversi tra scrittura di testi, ricerca di nuove voci per la sua etichetta discografica indipendente, e, non ultimo, un figlio, Carlo Giuseppe di appena un anno e mezzo.
A cinque anni di distanza da Elettra, Carmen Consoli riconquista la scena musicale con L’abitudine di tornare uscito il 20 gennaio su etichetta Universal Music. “E’ un piacere tornare a me casa” ironizza dal palco del Gatto Blu di Catania dove presenta alla stampa sei dei dieci brani del nuovo album.
Racconta di sé, di una Carmen “normale” che vive una quotidianità lontana dai riflettori. Se le si chiede cosa le sia mancato, lei sorride e risponde: “Nulla. Io scrivo se ho qualcosa da scrivere, non sentivo l’esigenza di tornare anche perché in questi anni ho comunque fatto musica”.
In questo nuovo lavoro discografico la cantautrice catanese veste musicalmente i panni di ‘cronista’ per raccontare stati d’animo e sentimenti, situazioni di ogni giorno e note di attualità con metafore, poesia e amara ironia. Dieci tracce che parlano di società, femminicidio, tradimento.
Il singolo, che dà il titolo all’album racconta di un amore nascosto agli occhi troppo curiosi della società, portato dentro una vita parallela a quella coniugale. La cantantessa racconta di un Esercito Silente (quello di Palermo ferita): Davvero si può credere che questa città baciata da sole e mare saprà dimenticare/le offese gratuite e le agonie sofferte/le lotte storiche di chi sfidò la malavita a suon di musica e poesia/gli sguardi attoniti della gente che non ha mai visto né sentito niente. Passa dal rock di La signora del quinto piano, telecronaca dura e brano di denuncia sul femminicidio, alla ballata romantica di Oceani deserti scritta insieme a Max Gazzè. “Come nasce questa collaborazione? Io e Max siamo amici da molti anni – racconta l’artista – lui mi fece ascoltare questa canzone e mi disse: la vuoi completare tu? Io risposi: no, la finiamo insieme. E così fu scritta non a quattro mani ma a sei. Con noi anche il fratello di Max”.
La chiusura dell’album ha il dolce sapore della melodia che segna Questa piccola magia: Amo la pioggia d’estate/l’aria di quiete e di libertà/Tu che sorridi e non parli/batti a tempo le mani.
Di seguito ci proponiamo l’intervista video realizzata in occasione della conferenza stampa al Gatto Blu.
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