Leo Gullotta ha dato voce alla passione tra Federico De Roberto e Ernesta Valle. L’attore, in città per interpretare al Teatro Verga di Catania, per la stagione dello Stabile etneo, lo spettacolo Prima del silenzio, tratto da un’opera di Giuseppe Patroni Griffi e per la regia di Fabio Grossi, è stato protagonista dell’evento letterario ospitato nella Chiesa di San Nicolò l’Arena. A far da sfondo c’erano il prezioso organo di Donato Del Piano e l’architettura maestosa della struttura di piazza Dante.
Leo Gullotta ha dato corpo, nella magia dell’arte e della storia, ad un eccezionale reading dal carteggio d’amore e di letteratura fra i due amanti sulla cui relazione è stato scritto il testo “Si dubita sempre delle cose più belle”, curato da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla (Bompiani). A restituire il fascino del suggestivo “colore del tempo” sono riecheggiate le note di Bellini e Donizetti nella sapiente orchestrazione del maestro Diego Cannizzaro. Tutto intorno le foto della mostra dalle delicate sfumature seppia, in cui s’accampano i volti del severo, austero autore de “I Vicerè”, della raffinata, colta sua amante milanese, del fratello Diego e della moglie Luisa Moncada, con la nipotina Nennella, della imperiosa madre-padrona donna Marianna degli Asmundo, del mondo culturale italiano fra Otto e Novecento.
Una parentesi letteraria che ha “distratto” Leo Gullotta dagli impegni teatrali che lo vedono protagonista sul palco del teatro di via Fava fino al 29 marzo. Con lui in scena Eugenio Franceschini. Su scenografie minimaliste, efficaci grazie agli effetti video che si susseguono per tutta la durata dello spettacolo, si muove la storia di un uomo di cui non ci viene fornito il nome. È un lui, è un padre e un marito fuggito via dagli affetti troppo ingombranti. È un uomo che non vuole guardarsi indietro ma non sa nemmeno guardare avanti, intrappolato in un travaglio interiore che sa di incubo (i personaggi che appaiono sullo schermo in fondo al palco e con lui interagiscono in questo doppio linguaggio scenico sembrano fantasmi).
La moglie livida di rabbia, il figlio incartapecorito nelle buone maniere borghesi, il cameriere che lo richiama ai suoi doveri (le apparizioni video sono di Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano e Paola Gassman).
In questo miscuglio di visione e realtà, vita e inconscio, si colloca un ragazzo, unica presenza vitale in una vita che vitalità non ha. Non resta che affidarsi alla parola e alla presenza vivificante della poesia.
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