Riprendono le repliche il 15, 16 e 17 Marzo 2019, (feriali ore 21.00 e domenica ore 18.00), alla sala Giuseppe Di Martino di via Caronda 82, de “Il Processo” di Franz Kafka, adattamento e regia di Elio Gimbo, produzione Fabbricateatro. In scena Antonio Caruso, Cinzia Caminiti, Alessandro Chiaramonte, Daniele Scalia, Barbara Cracchiolo, Gianluca Barbagallo, Alessandro Gambino e Babo Bepari. Scena di Bernardo Perrone, costumi e canti di Cinzia Caminiti, trovarobato Mario Alfino, luci Simone Raimondo, aiuto di sala Nicoletta Nicotra, auditore Salvo Foti.
“Considero da tempo Il Processo di Franz Kafka – spiega il regista Elio Gimbo -il mio libro, una spada di Damocle che da anni oscilla minacciosa sulla mia testa, una Sfinge che mi osserva muta in attesa del momento in cui mi lascerò divorare. Ad Auschwitz ogni detenuto segnalava con una stella o con un triangolo la propria appartenenza, nei campi dove oggi ammassiamo giovani migranti africani questa diversità risiede nel colore della pelle, nelle nostre carceri la diversità del reato che si sconta produce tra i detenuti una feroce, oppressiva divisione in classi subalterne; nel carattere omologante di tutti questi sistemi, nel “principio che ritorna”, sta la dimensione profetica di Kafka, il diamante che orienta il nostro spettacolo.
Ne “Il Processo” la dimensione tragica di Josef K sta nel suo innocente rivolgersi a invisibili divinità mai sazie di sangue, a sua insaputa è prigioniero di una gabbia eretta da un misterioso padre-padrone precedente a lui, è un uomo che implora un cielo ormai vuoto, un Cristo a cui di divino è rimasta soltanto la croce; la dimensione tragica di Josef K è la medesima dei milioni di vittime dell’olocausto di turno, convinti alla fine di una propria effettiva colpevolezza.
E’ una piccola verità su me stesso quella che sussurra alle mie orecchie questo spettacolo, un’antica medicina per le ferite che mi porto dentro: dalla parte delle vittime, sempre e comunque, se ci tieni a rimanere semplicemente uomo. Il male del mondo per Kafka si chiama “principio di autorità”, e non c’è pensiero, credenza, condizione che possa credibilmente riscattarlo, perché esso fonda il proprio potere sulla capacità di erodere dall’interno la resistenza delle numerose vittime grazie al suo principale alleato, il “senso di colpa”.
Dal 12 Aprile, alle ore 21.00, alla Sala Giuseppe Di Martino in scena “Lettera al padre” per la regia di Gianni Scuto. Repliche il 13, 14, 26, 27 e 28 Aprile e 3, 4, 5, 10, 11 e 12 Maggio. In scena Domenico Maugeri, Barbara Cracchiolo, Alessandro Chiaramonte, Alessandro Gambino e Elisa Marchese. Scene di Bernardo Perrone, costumi di Umberto di Baviera.
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