Sabato 10 settembre l’Alkantara Fest, la rassegna itinerante di musica folk e world in provincia di Catania, diretta da Mario Gulisano e ideata e organizzata dall’Associazione culturale Darshan, ospita al Castello Ursino di Catania la violinista e cantante estone Maarja Nuut. “Ecco il suono della neve quando canta”. Il suggestivo commento è un tweet addirittura della popstar britannica Simon Le Bon, cantante dei Duran Duran, il quale ha colto nel segno. Maarja Nuut è faro di sincerità e di positiva stranezza nelle acque musicali tempestose di oggi molto spesso popolate da inconsistenti personalismi. Quello della Nuut è un talento vero.
Maarja Nuut l’11 settembre suonerà all’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa per “Ibla folk”.
Originaria del Nord dell’Estonia, la sua musica unisce melodie tradizionali da ballo, canzoni e storie dove l’elettronica dal vivo crea un paesaggio sonoro a strati profondi in uno spazio dove il minimalismo e la musica sperimentale incontrano le tradizioni musicali dei villaggi dell’Europa prima della guerra. Maarja Nut in termini di prestazioni cerca uno stato vivace e rilassato come un gatto pronto a saltare. Uno stato, nel suo modo di vedere, che «dà origine alla musica e mi fa venir voglia di prolungare quel momento, mentre altera modi di vedere, sentire e percepire. E “sempre” ora, e i vecchi brani sono freschi come improvvisazioni nate un attimo fa». Ecco come ci racconta le sue storie intime con violini, la sua voce e l’elettronica moderna.
Nella primavera del 2013, Maarja Nuut ha pubblicato il suo album di debutto “Soolo” che ha suscitato clamore in Europa, alcuni l’hanno paragonata alla violinista d’avanguardia Ceca Iva Bittová. Dopodiché ha girato gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa, ha vinto il premio della miglior artista del Tallinn Music Week, ha avuto un grande successo al Womex in Spagna. Da allora Maarja Nuut ha suonato in festival importanti quali Eurosonic Noordeslag, Mundial di Montreal, Folk International Alliance, Ment di Lubiana, e altri.
Il 3 giugno è uscita con il nuovo disco “Une Meeles” (in estone “Catturati da un sogno”), un album che esplora i confini tra sogni e realtà. «Per me, la musica, le immagini e le storie nascoste in esso offrono l’occasione di viaggiare da una realtà all’altra, di vistare un posto dove tutto è possibile – spiega l’artista estone -. Ricordo chiaramente i momenti quando ho avuto sogni lucidi. E’ un’esperienza dove realtà e immaginazione si fondono e tu puoi scegliere dove, come e in che direzione andare. Sei lontana ma molto presente allo stesso tempo». Sull’album alcune delle 12 canzoni contengono variazioni su motivi già in precedenza esplorati sull’album di debutto: «Forse il più forte comune denominatore tra la mia musica e quella tradizionale è che l’asse resta immutato ma tutto ciò che gira intorno deve adattarsi e cambiare per sopravvivere e restare attuali».
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