“Fatto in casa” fino al 15 novembre al Teatro del Canovaccio


teatro del canovaccio

Caposaldo della drammaturgia di Nino Romeo, “Fatto in casa” riscuote successi da più di vent’anni, 400 repliche in giro per la penisola. Adesso ritorna al teatro del Canovaccio di Catania, occasione ghiotta per rivedere un testo che non perde la sua forza d’impatto, il grande codice di rimandi interpretativi. Si pensa a Scola, al suo “sconcertante” “Brutti, sporchi e cattivi” che gli valse la Palma d’oro al Festival di Cannes, un film di primordiale potenza che metteva a nudo le miserie umane. Avviene la stessa cosa con questo spettacolo di Romeo, dove due figure, una maschile e l’altra femminile, si rincorrono in sei quadri collegati, dove di volta in volta, sono padre figlia, marito moglie, madre figlio, amanti. Un acceso realismo sessuale caratterizza i dialoghi serrati in stretto dialetto arcaico catanese (ricorda quello di Micio Tempio), i genitali sono al centro di una ricerca psicologica che rimanda a Freud e Jung. Nessun filtro, nessuno sconto al perbenismo cattolico, solo pulsioni e istinti carnali che stanno alla base del bestiario umano, incesto, sottomissione filiale, omosessualità, desiderio ancestrale e perversione erotica. Eppure da quelle crude parole riesce a sprigionarsi un afflato poetico, una malinconica cantilena che immobilizza. Graziana Maniscalco sulla scena è superlativa, alterna un registro linguistico e una modulazione vocale che incanta ed emoziona. Dal canto suo Nino Romeo, demiurgo directeur e attore intelligente, asseconda con sapienza l’incandescente materia linguistica e corporea.
Da non perdere e da rivedere.

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