Giancarlo Zanetti rilegge Tolstoj


Giancarlo Zanetti
Giancarlo Zanetti

Uno spettacolo che fa riflettere e che serve a ricordare quanto sia sottile il momento che porta un uomo innamorato ad uccidere la donna che pensa di amare. Sabato 20 febbraio alle ore 20.30 Giancarlo Zanetti darà vita, al Teatro Garibaldi di Enna per la stagione diretta da Mario Incudine e organizzata grazie alla sinergia tra il Comune e l’Università Kore, a “La Sonata a Kreutzer” di Beethoven e Tolstoj. Trio per voce umana, pianoforte e violino.

In scena, oltre a Giancarlo Zanetti che di questo spettacolo è raffinato interprete ma anche  regista, i maestri d’orchestra Chiara Zago al pianoforte e Simone Miceli al violino. Tutti insieme daranno voce alla penna di Tolstoj, portando in scena il romanzo breve dell’autore russo arricchito d’energia e carnalità dalla musica di Ludwig Van Beethoven.

Mosca 1888. In un salotto uno scrittore, un pittore e un attore ascoltano la Sonata a Kreutzer di Beethoven. Alla fine dell’esecuzione decidono di congelare le emozioni suscitate dalla musica in un “gesto” di creazione collettiva. Così lo scrittore (Tolstoj) dovrà scrivere un monologo che l’attore (Andrev Burlak) reciterà davanti al quadro che il pittore (Repin) dipingerà. Ma passa il tempo e il pittore dimentica, l’attore muore, ed ecco che lo scrittore si trova solo davanti alla pagina bianca, con le sue ossessioni erotico-musicali. Così, quello che doveva essere un gesto collettivo si trasforma in un’azione solitaria, di inaudita violenza. La Sonata a Kreutzer di Tolstoj è un atto di accusa contro l’educazione sessuale nella società del suo tempo. Quando il conte Tolstoi aveva sposato Sofja, una fanciulla con la metà dei suoi anni, si sentiva un vecchio, corrotto, tanto da assaporare come un frutto particolarmente gustoso l’amore fresco ed innocente di quella moglie bambina.

Proprio su un rapporto sessuale libero, senza pregiudizi, incurante del pudore e dell’inesperienza di lei, egli aveva cercato di costruire la felicità coniugale. Un incanto breve, guastato dalla precoce gravidanza della moglie. Dalla propria esperienza coniugale Tolstoj trarrà spunti per la sua opera, e sarà uno straordinario descrittore della vita a due e del dramma di un rapporto intenso e controverso, fino alla descrizione degli orrori della vita matrimoniale.

Questa è l’origine de “La Sonata a Kreutzer” tolstoiana, una vicenda che sembra tratta dalle pagine dei nostri quotidiani, e che Giancarlo Zanetti riesce a mettere in scena in uno spettacolo raffinato ed unico, proponendosi come possibile lettura dell’opera. Ritorna il vecchio triangolo infernale in cui confluiscono da sempre tragedia, commedia e farsa (la vita): la donna (il pianoforte), l’amante (il violino) e il marito (la voce umana). I tre strumenti dialogano, si contrappongono, si straziano a vicenda, e dipanano il loro suono e le loro architetture sintattiche sonore intorno alla vicenda sublimata dal grande scrittore.

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