Un laboratorio teatrale dove si forma e si sperimenta innanzitutto l’uomo e la sua verità, quindi la sua capacità di comunicare sé stesso, è il punto di partenza del viaggio onirico tra le opere letterarie di Shakespeare.
Il “Sogno shakespeariano”, in scena giovedì 15 maggio al Teatro Trifiletti, è un mosaico in cui Otello, Amleto, Re Lear, Macbeth, Romeo e Giulietta non sono personaggi ma stereotipi di virtù e vizi umani esasperati e logoranti. Il Caronte di questo itinerario è, secondo la regista Patrizia di Bella, il Sogno, una percezione sfuggente e intima che avvicina la letteratura all’Uomo.
“Gli attori non interpretano, non sono falsi, – afferma la regista – ma esprimono dal loro vissuto vicende, parole, sentimenti shakeasperiani. Vestiti con una base neutra sono sempre in scena nel Grande Meccanismo, scandendo le storie attraverso il Tempo che è Sogno”.
I brani scelti dal poeta e studioso, Stefano Impallomeni, tratti dalle autorevoli traduzioni di Mario Praz, sono esposte dagli attori Salvatore Sacco, Arianna Rizzo, Stefano Impallomeni, Elena Grasso, Antonio Coppolino, Emanuela Ravidà, Tindara Maimone e Rosy Calderone che hanno compiuto un lavoro intimo e individuale in cui l’interpretazione lascia il posto alla scoperta di sè stessi.
Arte E a Capo, dopo il successo di Schiave la scorsa estate, ritorna a produrre una rappresentazione teatrale arricchendo la sua proposta culturale con un momento dalla duplice valenza pedagogica e introspettiva che trova il suo compimento nel coinvolgimento delle scuole a partire dal prossimo anno accademico.
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