Donne di carattere, battagliere, pronte a sfidare i pericoli, a far da apripista, capaci di scrivere importanti capitoli della storia d’Italia. A loro è dedicata la mostra storico-istituzionale “Le donne che hanno fatto l’Italia” al Museo Civico Castello Ursino di Catania. Sarà Giuliano Amato, ex premier e attuale presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del cento cinquantenario, a tagliare il nastro inaugurale giovedì 2 febbraio alle 16,30.
L’ingresso all’inaugurazione è ad inviti. La mostra, in programma dal 3 febbraio all’8 marzo con ingresso gratuito, visitabile da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 19 e la domenica dalle 9 alle 20, proviene dal Complesso del Vittoriano di Roma e prevede dipinti originali, foto, filmati, documenti, abiti, giornali e cimeli che testimoniano come anche le donne abbiano fortemente contribuito al processo di unificazione, ai cambiamenti e alla crescita del nostro Paese.
Cinque le sezioni espositive. Il coordinamento e la direzione generale sono di Alessandro Nicosia con la consulenza scientifica di Marco Pizzo ed Emanuele Martinez per le sezioni “Le Donne del Risorgimento italiano” ( e “Donne insieme”; Miriam Mafai per le sezioni “Le Protagoniste” e “Le Prime”; Lea Mattarella per la sezione “Le Donne e l’Arte”. Scorrono le immagini delle protagoniste italiane: come Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, le due sole donne italiane premiate con il Nobel, Lina Merlin, Nilde Iotti e Tina Anselmi, donne di primo piano della scena politica, Bice Lazzari, Carla Accardi, Marisa Merz, grandi nomi dell’arte italiana; altre invece, dai nomi meno conosciuti, hanno compiuto scelte in grado di incidere nell’evoluzione politica e sociale italiana, come Franca Viola, la prima donna ad aver rifiutato con coraggio un matrimonio riparatore, Alfonsina Strada, prima donna al Giro d’Italia in gara con corridori uomini, o Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo italiano. Un percorso per sezioni quindi che scorre pian piano dal Risorgimento italiano e rende omaggio alle protagoniste delle vicende della vita pubblica e sociale dell’Ottocento: da Cristina Trivulzio di Belgioioso a Enrichetta Di Lorenzo; da Clara Maffei a Maria Mazzini; si snoda attraverso immagini di donne protagoniste del progresso evolutivo del Paese nei più diversi ambiti, come Maria Montessori (nella foto con un bambino), Anna Kuliscioff, Matilde Serao, Francesca Cabrini, Luisa Spagnoli, Marisa Bellisario, Palma Bucarelli; e offre uno sguardo al coraggio delle prime conquiste femminili in diversi settori della cultura, della politica, della società, dello sport, dell’arte: la prima laureata in Lettere, la prima docente universitaria, la prima Presidente della Camera, la prima donna processata per aborto. Ma la storia passa anche attraverso la memoria delle categorie femminili, delle “donne insieme”, delle azioni di vita di un gruppo di persone che sono state individuate per la loro funzione di lavoro, come nel caso delle Maestre, delle Mondine, delle Balie o delle Tabacchine, passa da gruppi di donne unite per comunanza di occupazione e di intenti, come nel caso delle donne impiegate nelle industrie belliche durante la prima guerra mondiale o le donne durante il fascismo, o ancora le protagoniste della costruzione della Repubblica, le partigiane e le donne dell’Assemblea Costituente.
È il gentil sesso che ha saputo affermare le proprie idee.
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