La Fondazione Lamberto Puggelli presenta “In Volo”, la mostra di fotografia e pittura di Antonio Aiello e Cristiana Cardillo. L’inaugurazione sarà domenica 11 giugno alle ore 20,00 al Teatro Machiavelli in Piazza Università. La presentazione è affidata a Rosa Maria Di Natale e ci sarà una performance di danza di Chiara Gangi per Associazione Movimento Danza, su musiche di Paolo Buonvino.
La mostra sarà visitabile fino al 25 giugno dalle 17,00 alle 21,00.
Il progetto nasce dall’esigenza di entrare in contatto con la natura, esprimendo attraverso due tecniche artistiche diverse la correlazione tra animali e ambiente.
L’intenzione è quella di focalizzare l’attenzione sulla fragilità del delicatissimo equilibrio tra animali (in particolare uccelli migratori) e il loro habitat naturale.
Nella sua visione fotografica Antonio Aiello grazie all’attenzione per la luce e all’osservazione amorevole dei movimenti degli animali nel loro ambiente naturale, riesce a catturare immagini profondamente evocative, senza tempo.
La forza e al contempo la delicatezza dell’animale, esprimono l’immagine universale della bellezza nella convivenza degli estremi opposti.
Nella visione pittorica di Cristiana Cardillo, gli elementi naturali diventano parte dell’animale rappresentato.
Componenti reali della sua essenza .
Il vuoto lasciato dalla sagoma, viene riempito dall’anima della creatura e la scelta della tecnica pittorica (acquerello) vuole sottolineare la leggerezza; l’impalpabilità del gesto del volo in tutta la sua potenza poetica.
ANTONIO AIELLO
Nato a Catania nel 1966, è medico veterinario e appassionato fotografo. E se è solo recente la sua partecipazione a mostre d’arte; ciò non può dirsi per quella sensibilità che egli ha acquisito attraverso il contatto con gli animali e con lo studio e la pratica di disipline meditative.
Una tecnica che si è affinata pian piano tra le sue mani, sostenuta dall’etica che hanno coloro che sono consapevoli del delicato equilibri animali-ambiente, in cui mantenere la corretta distanza dall’animale ne esprime il rispetto e la protezione.
Ma Antonio Aiello va oltre. Egli non si limita ad osservare e catturare con l’obiettivo fotografico la bellezza, lo spettacolodi madre natura.
Le sue giornate trascorse nelle oasi e nelle riserve siciliane, sono pura ricerca interiore, incontro e fusione tra l’osservatore e l’osservato, in cui le ore di attesa nel fango per lo scatto alla giusta luce diventano occasione per diventare altro. Un’occasione per diventare una forma di vita che si copre di piume, la cui pura e potente energia danza e respira all’unisono con quella del sensibile fotografo catanese.
E lo sguardo di Aiello è lo sguardo dell’animale.
CRISTIANA CARDILLO
Cristiana Cardillo nasce a Catania nel 1976, intraprende gli studi artistici frequentando per 4 anni l’ Accademi di Belle Arti e restauro “Nike” di Catania, nella sezione di pittura. Consegue il diploma di Laurea nel 1999 ed inizia subito a lavorare privatamente come restauratrice di dipinti ed opere d’arte. Cofondatrice e responsabile dell’ Associazione culturale artistica Officina gammaZ.
Da oltre vent’anni attraverso lo studio delle filosofie orientali e dello yoga, ha acquisito una visione della realtà perennemente in movimento: come trasformazione alchemica, che si compone e si scompone all’infinito. La ricerca artistica l’ha quindi condotta alla contemplazione dei processi vitali, impregnati nello stesso nello stato d’animo che nel soggetto ritratto, risultano visibili : desideri, evoluzioni individuali, introspezioni, stato di coscienza, controllo degli istinti. Tutto questo emerge da una connessione profonda con la natura e con il suo vivere pulsante. Il colore della clorofilla, sentito nella sua vibrazione viene tradotto con nuances particolarmente vive e quasi irreali. La figura rappresenta, intrecciata con il “vitale” ne condivide il pathos, sia pur nel suo ancoraggio alla terra. Il creato è tradizionalmente formato da quattro clementi e, rappresentare creature intrise di queste energie primordiali, ricollega il tutto come l’Urobos, il serpente che si morde la coda, in un continuum che trasfigura l’uno nell’altro.
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