La tragedia euripidiana Medea è una chiara rappresentazione della terribile difficoltà o impossibilità di intendersi fra civiltà diverse, e quindi rappresenta un monito tragicamente attuale su come sia difficile, per uno straniero, cessare veramente di esserlo per gli altri. Anche questa la lettura contemporanea di Carmelo Lombardo che cura la regia e ideazione scenica della Medea che andrà in scena al Teatro Coppola di Catania, il 16 e 17 Gennaio alle ore 21:00. Donna, questa Medea, prima che maga, strega, straniera e assassina. Una donna che vive i suoi drammi, che ha condiviso i drammi del suo uomo e che si vede ripudiata e abbandonata al suo destino. Una donna che prima di tutto ha amato e che continua ad amare, nonostante le incertezze, le incongruenze e gli errori. Un uomo, invece, quello del dramma che si crede forte, privo di ogni male e capace di tutto e che invece è muto e sordo, vuoto, come la società lo vuole. La tragedia di Carmelo Lombardo si avvale dell’aiuto regia di Laura Lazzaro e Arsinoe Delacroix e dell’interpretazione di Alice Sgroi, Tony Bellone, Giada Caponetti, Luisa Ippodrino e Antonio Aiello. Sin dall’inizio Medea appare una bestia a cui non viene riconosciuta nessuna attenuante e nessuna pietà. Essa è posta ai margini del mondo umano e divino, quasi a divenire una totale figura nera. Ma accanto a questo, Medea è anche una figura travolta dalle ambiguità e dalle contraddizioni della vita che potrebbero anche portare ad intenderla innocente e senza colpa, vittima soltanto di un ordine sociale in cui prevalgono la brutalità e la ferocia. La vendetta dell’eroina è terribile. E terribile sarà anche il ricordo che ognuno terrà in sé di questa donna, vittima tipica del passaggio di una civiltà quando la società umana, da primitiva, patriarcale ed eroica, diventa società politica retta da concetti politici.
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