Ad inaugurare la Fam Gallery di Agrigento, un nuovo spazio dedicato ai linguaggi delle arti contemporanee, sarà la mostra fotografica di Leo Matiz dal titolo La Passione di Frida, il prossimo sabato 20 febbraio alle ore 19:00. Si tratta di una ventina di ritratti che il fotografo colombiano, fra i dieci più grandi del Novecento tanto da essere presente nella collezione del MoMA di New York, ha dedicato a Frida Kahlo, la grande pittrice messicana da lui incontrata a Città del Messico negli anni quaranta del secolo scorso, quando il paese era attraversato da furori di rivoluzione e guerra, ma anche da sentimenti di gioia e di speranza. La mostra della Fam Gallery, in via Atenea 9, è realizzata grazie al prestito delle fotografie di proprietà del Museum di Bagheria, Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia, diretto da Ezio Pagano e a sua volta donate al Museum dalla Leo Matiz Foundacion per volere della figlia del fotografo, Alejandra Matiz. Un catalogo raccoglie gli scatti in mostra ad Agrigento insieme al contributo critico di Franco Carlisi.
“La passione di Frida è il fil rouge delle numerose fotografie scattate ad una donna il cui carattere, la cui determinazione, nonostante il corpo deturpato da un terribile incidente, si mostrano con
grande evidenza espressiva del volto e nella sofferenza che, contemporaneamente traspare”: scrive così Serena Oliveri nel catalogo della mostra su Leo Matiz L’eloquenza del silenzio, a cura di Ezio Pagano, tenutasi a Melbourne nel 2005. Proprio da questa felice intuizione critica della Oliveri prende spunto la mostra alla Fam Gallery di Agrigento, evento che segue la grande retrospettiva dedicata lo scorso anno all’artista messicana a Roma e Genova. L’interesse di Matiz si concentra in questo caso sullo stato d’animo dell’artista, impresso nell’immagine fotografica con estrema naturalezza. Il percorso espositivo della mostra è fedele alle scelte di Leo Matiz nell’impostare il suo reportage. Come specifica Carlisinel catalogo: “Non possiamo guardare a questi ritratti di Kahlo senza considerare che si tratta di fotografie di Matiz. La personalità del fotografo non soccombe a quella della pittrice e Matiz non rinuncia, con la scelta dell’inquadratura e della luce, a parlarci di sé: della sua formazione, delle sue predilezioni e delle sue idiosincrasie. D’altro canto, che cosa è il gesto del fotografo risolto in un istante, se non la sintesi della sua cultura?”. Il personaggio si presenta dapprima con un primo piano, poi con un mezzo busto, quindi un intero, con o senza ambientazione scenografica, per passare poi allo studio della pittrice. Un quadro, le tavolozze, i colori, la luce, e quegli elementi che personalizzano l’ambientazione dello studio di Frida: uno specchio e la sedia a rotelle, entrambi strumenti indispensabili al suo lavoro. Il reportage continua con Frida e Diego Rivera, Frida nella casa blu, Frida ed i suoi allievi. La mostra che si terrà fino al 20 marzo, aiutata dalla scelta dello spazio, minimale ed essenziale nelle superfici espositive, consentirà di condurre un’attività di ricerca accurata sugli artisti, su opere scelte, su momenti particolari dell’arte contemporanea con un diaframma più stretto e una messa a fuoco più precisa cercando di cogliere elementi peculiari che spesso sfuggono alle grandi esposizioni.
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