“Si va in manicomio per imparare a morire”, scriveva Alda Merini in uno dei suoi aforismi più famosi. La pazza della porta accanto, intenso atto unico di Claudio Fava, vuole essere un omaggio alla figura di una donna dalla straordinaria parabola artistica e umana ma anche una denuncia civile contro i trattamenti subiti da chi, proprio come Alda Merini, ha conosciuto la discesa agli inferi nei manicomi prima della Riforma Basaglia del 1978. La novità assoluta dello scrittore e giornalista catanese, che mutua il titolo da un’opera della stessa Merini, è ora uno spettacolo di Alessandro Gasmann, che vede protagonista l’attrice Anna Foglietta ed ha riscosso fin dalla sua prima rappresentazione un clamoroso successo di pubblico e di critica. La nuova produzione, targata Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria, è stata infatti accolta entusiasticamente già all’anteprima e in prima nazionale al Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia. Cresce quindi l’attesa per lo spettacolo programmato al Teatro Verga di Catania, dove sarà in scena dal 9 al 23 dicembre. Alessandro Gasmann firma la regia, sua anche l’ideazione scenica, realizzata con la collaborazione di Alessandro Chiti. L’allestimento si avvale dei costumi di Mariano Tufano, delle musiche originali di Pivio & Aldo De Scalzi, del disegno luci di Marco Palmieri e delle videografie di Marco Schiavoni. Accanto ad Anna Foglietta, un nutrito cast che annovera Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio. “Conoscevo Claudio Fava, – afferma Alessandro Gasmann – la sua storia, la sua sensibilità, il suo impegno politico e sociale; conoscevo la storia del padre Giuseppe, vittima della mafia, una delle piaghe più dilanianti del nostro paese. Conoscevo Alda Merini, la poetessa dei navigli, la drammaticità della sua esistenza; anch’io, come tanti, mi sono emozionato e commosso nel sentirla leggere i suoi appassionati versi. Dopo aver letto il testo di Claudio, ritratto giovanile, intimo e struggente della grande poetessa, ho avvertito immediatamente la necessità, direi l’urgenza, di metterlo in scena. Un testo che si sviluppa all’interno di un ospedale psichiatrico e che ripercorre la drammatica esperienza della Merini. Erano gli anni in cui la parola depressione non si conosceva e chi soffriva di questa malattia veniva definito pazzo. Erano anche gli anni in cui negli ospedali psichiatrici praticavano l’elettroshock e i bagni nell’acqua gelata. È in questa particolare dimensione alienante che la protagonista si trova a condividere le giornate con le altre malate alle quali offre spontaneamente i suoi versi, ma soprattutto è il luogo dove nasce un’appassionante storia d’amore fra lei e un giovane paziente”. La drammaturgia di Claudio Fava scorre per un’ora e venti minuti senza interruzione, sonda gli abissi della mente di Alda Merini, il suo rapporto con i compagni di degenza, la nostalgia per la famiglia e le figlie, rivela il suo senso profondo della maternità, la sua fede religiosa, la capacità di resistere alla cattività forzata del manicomio, l’aspirazione profonda alla libertà del corpo e della mente. “A dare voce e volto a questa grande poetessa italiana – sottolinea ancora Alessandro Gasmann – è Anna Foglietta, bravissima attrice che interpreta una giovane Alda Merini in profondo conflitto con un mondo che non la comprende e di cui non accetta le etichettature; in questo lavoro sono convinto saprà emozionare il pubblico, certamente composto per la gran parte da giovani che oggi più che mai hanno un forte desiderio di poesia”.
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