Racconto di passioni pubbliche e private, di memoria personale e collettiva che attraversa la Storia del secondo ‘900 restituendola attraverso la cifra del vissuto e delle emozioni individuali, Di Concetta e le sue donne porta in scena la storia vera di Concetta La Ferla, indomita e appassionata militante comunista, il 27 e 28 febbraio, al Teatro Coppola di Via del Vecchio Bastione 9, Catania. Tratto dall’omonimo romanzo di Maria Attanasio, pubblicato nel 1999 da Sellerio editore, lo spettacolo tratta della sua lotta per l’emancipazione delle donne siciliane e per la costituzione della prima sezione femminile del PCI in Italia; delle sue passioni; del suo sogno mai sopito di giustizia e libertà; del binomio irriducibile tra la politica della necessità e quella dell’apparenza. Di Concetta e le sue donne è uno spettacolo che attingendo ad una storia locale di Caltagirone racconta dell’urgenza di riscatto, di impegno, del sogno mai sopito di rivoluzione e di giustizia “in cui la musica si fa voce poetica, respiro e spinta vitale della narrazione: un contrappunto di voci sole e autentiche che orgogliosamente consegnano, al presente e al futuro, il proprio perentorio no all’ingiustizia sociale, al sessismo e alla politica dei salotti, televisivi e non”. In scena la ragusana Rita Salonia, attrice di teatro e cinema, nonché doppiatrice; e la musicista polistrumentista Nicoletta Fiorina, studiosa di canti popolari e musica tradizionale siciliana e rivisitatrice dei classici della tradizione popolare siciliana, da Ignazio Buttitta a Rosa Ballistreri, che cura anche le musiche originali e gli interventi sonori della messa in scena. L’adattamento e la regia sono di Nicoleugenia Prezzavento direttrice, assieme a Fabio Navarra, di Nave Argo sin dalla sua fondazione, che afferma: “Adesso il nostro impegno è di dare a Concetta lunga vita e visibilità anche e soprattutto al di là dei confini della Sicilia; specie, per dirla con Concetta stessa, in questo tempo ‘grigio come tonaca di monaco’ in cui le donne e il loro ruolo nella società sono al centro di rigurgiti oscurantisti che mascherano sessismo e misoginia dietro un make-up retro chic.”
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