Ha debuttato martedì 22 gennaio al Teatro Verga di Catania, per la stagione dello Stabile etneo, in replica fino al 27 gennaio, lo spettacolo Sorelle Materassi, versione scenica del romanzo di Aldo Palazzeschi, diretto da Geppy Gleijeses e interpretato da Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati.
«Affrontare Palazzeschi e Sorelle Materassi – sottolinea Geppy Gleijeses – esigeva anzitutto un’esatta collocazione di uno straordinario romanzo in un genere teatrale: cosa può diventare o meglio cosa può rappresentare “in nuce” Sorelle Materassi? Una commedia, una tragedia, un grottesco, un vaudeville, una farsa? L’esercizio non è ozioso, perché l’inserimento (apparentemente pedestre) in un genere, ti indica una strada. Ebbene Palazzeschi ti fornisce una quantità di segnali fuorvianti, attraverso la sua personalità e il romanzo in oggetto. Futurista nel 1910, pacifista nel ’14, toccato dall’esperienza dell’avanguardia nel ’20 (il “ritorno all’ordine”), lo ritroviamo nella ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni ’60 (oggetto di culto del gruppo ’63 e di Alberto Arbasino – suo splendido esegeta – in particolare). Poeta, prosatore, drammaturgo, romanziere, giornalista, ancora poeta. Cos’è Palazzeschi, cos’è quindi Sorelle Materassi? Palazzeschi è un autore che vive e scrive in una inconfondibile e quasi cinica giocondità, con un suo nichilismo generoso, ma c’è qualcosa in lui di meravigliosamente oscuro, enigmatico e inafferrabile».
Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Ilaria Salgarella, Clara Gonzalez, Liz Ccahua, coordinate da Andrea Viotti (Accademia Costume&Moda, Roma – 1964), le luci di Gigi Ascione, le musiche di Mario Incudine. Nel cast anche Gabriele Anagni, Sandra Garuglieri, Luca Mandarini, Roberta Lucca.
La trama di Sorelle Materassi
Ambientato nei primi anni del XX secolo nel sobborgo di Firenze Coverciano, Sorelle Materassi narra la vicenda di quattro donne che vivono una vita tranquilla e isolata. Tre di esse (Teresa, Carolina e Giselda), sono sorelle: le prime due sono nubili, la terza è stata da loro accolta essendo stata respinta dal marito. Teresa e Carolina sono abilissime sarte e ricamatrici e vivono cucendo corredi da sposa e biancheria di lusso per la benestante borghesia fiorentina. Giselda, delusa dalla vita, tende all’isolamento e si lascia tormentare da un rabbioso risentimento. Una dose di popolaresco ottimismo e di serena saggezza è introdotta nella vita familiare dalla fedele domestica Niobe che tranquillamente invecchia insieme alle padrone.
Tutto sembra scorrere su tranquilli binari quando nella casa giunge Remo, il giovane figlio di una quarta sorella morta ad Ancona. Bello, pieno di vita, spiritoso, il giovane attira subito le attenzioni e le cure delle donne i cui sentimenti parevano addormentati in un susseguirsi di scadenze sempre uguali. Istintivamente Remo si rende conto di essere l’oggetto di una predilezione venata di inconsapevole sensualità e approfitta della situazione ottenendo immediata soddisfazione a tutti i suoi desideri e a tutti i suoi capricci. Il sereno benessere della vita familiare comincia ad incrinarsi: Remo spende più di quanto le zie guadagnino con il loro lavoro e le sue pretese non hanno mai fine. Giselda è l’unica a rendersi conto della situazione ma i suoi avvertimenti rimangono inascoltati. A poco a poco Teresa e Carolina spendono tutti i loro risparmi per soddisfare le crescenti esigenze del nipote, poi iniziano a indebitarsi e infine sono costrette a mettere in vendita la casa e i terreni che avevano ereditato dal padre.
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