Il cortile Platamone, fino al 19 febbraio, ospiterà un’esposizione dal titolo “Luce. L’immaginario Italiano”, che ripercorrerà la storia, con una sezione dedicata alla storia catanese, degli ultimi 90 anni con 500 fotografie e diversi filmati proiettati su 20 schermi.
Gabriele d’Autila e Roland Sejko, curatori del progetto, più che un partecipazione erudita hanno cercato, con le espressione dei volti dei protagonisti della mostra, di ricercare una coinvolgimento emotivo, come ha sottolineato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, presente all’inaugurazione con la prefetto Maria Guia Federico : “Una mostra che mette insieme memoria ed emozioni profonde e narra la storia del nostro Paese attraverso i volti di uomini, donne, bambini e anziani”.
Alla cerimonia inaugurale erano presenti tra gli altri il procuratore generale Salvatore Scalia, il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Pulejo, il rettore Giacomo Pignataro, il direttore dell’Accademia Virgilio Piccari, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, e l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Orazio Licandro e, per l’Istituto Luce, ideatore e realizzatore del progetto, il presidente Roberto Ciccuto e il direttore Enrico Bufalini.
“Ho visto – ha detto Ciccuto – una grande emozione negli occhi del sindaco Bianco e dei presenti. L’archivio Luce possiede immagini che rappresentano non solo la memoria del Paese ma anche di ogni singolo luogo italiano, compresa quella città splendida che è Catania. Da quando mi occupo dell’Istituto ho cercato di togliere la polvere perché un museo che conserva senza aprirsi al mondo è inutile e la memoria è importantissima e dobbiamo divulgarla nel modo più ampio possibile”. Infatti accanto a quelle fotografie peculiari che ritraggono stralci di vita ed esperienze proprie catanesi, come la festa di S. Agata e l’eruzione dell’Etna, quelle che legano la storia di Catania alla storia nazionale ed europea di quegli anni, che riguardano il ventennio fascista, la resistenza durante la guerra e la ricostruzione post bellica, come spiega l’intervento dell’assessore alla cultura Orazio Licandro.
Di Federica Giunta
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