Dal 25 al 30 marzo all’interno del celebre teatro Musco di Catania, sarà rappresentata Testa di Medusa, commedia di Boris Vian, allestita dal regista Ezio Donato nel cartellone “L’isola del teatro”.
Una commedia diversa, nuova e differente, questi i tre termini ripetuti incessantemente da tutti i protagonisti presenti alla conferenza stampa: Miko Magistro e Olivia Spigarelli marito e della moglie, Riccardo Maria Tarci l’amante di lei, Giampaolo Romania corteggiatore di lei, e l’autista Francesco Russo.
Proprio Miko Magistro, spiega ridendo ma con la consapevolezza di interpretare un ruolo fuori dagli standard “Non ho mai recitato la parte del cornuto felice e che spinge la moglie al tradimento! E’ un modo inusuale, che rende questo marito cornuto eccezionale ma non perverso, come in fondo non è nessuno dei tre protagonisti”.
Infatti Testa di Medusa racconta un ménage àtroisin cui il marito, comprende che il tradimento della moglie, riesce a procurargli sì dolore, ma allo stesso tempo l’impeto della creatività. Proprio quando è consapevole di ciò chiede alla consorte di renderlo cornuto, purché tenga ogni amante per non più di sei mesi.
La commedia è scritta da Boris Vian musicista jazz e cantautore, inizialmente impegnato in politica e solo dopo romanziere, poeta, drammaturgo, ed attore cinematografico, stroncato giovanissimo, nel 1959, da un infarto.
Ezio Donato spiega di essere rimasto affascinato da Boris Vian durante gli anni universitari, quando nei periodi della contestazione studentesca, Vian compose la canzone, “Il disertore”, contro la guerra d’Indocina.
“Ho conosciuto Vian come poeta e uomo di teatro, solo successivamente, quando frequentavo già la scuola di recitazione. Il titolo “Testa di Medusa” è un interrogativo, che forse può svelarci solo il fratello del defunto autore, che vive – così spiega Donato – a Parigi vendendo frutta e verdura. Ma poiché quasi certamente rimarrà un enigma, credo che tale titolo sia un riferimento mitologico, che si nota in nella battuta “Pegaso (il figlio di Medusa, ndr) mi sta trasportando sulle sue ali di velluto”.
Se gli si chiede perché ha deciso di portare in scena tale un testo sicuramente non facile, lui risponde: “Ancora oggi ci sono persone, che dividono il teatro fra commedia banale e un teatro dedicato all’impegno civile, che però si crede, erroneamente venga rappresentato sul palcoscenico da recite noiose. Non è così, e Vian pur avendo scritto un testo molti decenni fa, rappresenta un po’ quello che è oggi anche la nostra società godereccia, e se anche si ride, dobbiamo sempre riflettere”.
A curare le scene, è Giovanna Giorgianni, la quale spiega che il “Tutto si svolge in un interno con suggerimenti, per lasciare al pubblico l’immaginazione degli esterni e della casa”.
I costumi, le musiche e le luci sono curate, rispettivamente, da Dora Argento, Carmen Failla e Franco Buzzanca.
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