Monica Guerritore torna a Catania per un triplo appuntamento fuori-programma. Una necessità figlia del malore che ha colto in scena uno degli attori della compagnia di “Mariti e mogli”. Un malore grave, fortunatamente risoltosi grazie alle cure dei sanitari catanesi, che ha però determinato la cancellazione di tre delle quattro recite in programma. Così l’attrice non potendo riportare in Sicilia la compagnia (che riprenderà la tournée soltanto nella prossima stagione teatrale) ha deciso, assieme alla produzione, di riallestire il suo spettacolo di maggior successo: “Giovanna D’Arco”. Gli abbonati ed il pubblico del Teatro ABC di Catania potranno riabbracciare Monica Guerritore sabato 28 e domenica 29 aprile. Chiaramente ABC Produzioni garantirà a tutti gli abbonati della stagione lo stesso turno e lo stesso posto. Tre, quindi, le recite in programma: sabato 28 alle 17.30 ed alle 21; domenica 29 aprile alle 18.
Con “Giovanna D’Arco” Monica Guerritore tornerà a misurarsi in uno spettacolo di grande intensità, di cui è autrice, regista ed interprete.
“A più di 10 anni di distanza dalla prima messa in scena – racconta l’attrice – sferzo il mio corpo e il mio cuore perché restituiscano ancora una volta sul palcoscenico la forza immensa del suo coraggio. Quello di cui noi tutti abbiamo bisogno”.
L’eroina francese rivive così nella nostra epoca, compagna di ribellione e speranza di Che Guevara, del giovane cinese che a piazza Tienanmen ferma col suo corpo un carro armato; di uomini e donne ‘forti della forza’ che viene dall’istinto di libertà. Dimenticando l’immagine tramandata, Giovanna rivive attraverso gli Atti del processo, visionaria e poetica nei versi di Maria Luisa Spaziani, reale nel racconto di Franco Cardini. E sarà il De immenso, che Giordano Bruno scrisse prima di essere messo a morte, a dare parole alla sua ‘chiamata’. Un parallelo tra due destini, tra due intuizioni.
Le proiezioni che accompagnano tutto lo spettacolo (curate da Enrico Zaccheo) mostrano i volti terribili dei giudici del film di Dreyer, presenti e giudicanti, contrapporsi al sogno di Martin Luther King. A testimonianza di come si levino alte, in ogni tempo, le voci contro il Potere. “La forza di Giovanna D’Arco – aggiunge Monica Guerritore – trascende la sua appartenenza al genere femminile. La sua passione è universale e travalica il tempo. La sua idea di libertà è eterna”.
La partitura musicale, di grande importanza, accosta nella massima libertà i Carmina Burana di Orff all’Adagio per archi di Barber, i Queen a Tom Waits, creando quella risonanza emotiva che permette di accompagnare Giovanna alla sua morte, senza rimanerne distanti. “Dio è in me”, si ostina a gridare davanti ai giudici. Ed è la sua morte, ma non la sua fine.
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