«Un monologo con i connotati di un western”, così definisce Il mio nome è Caino, l’attore Ninni Bruschetta, protagonista, insieme con Cettina Donato al pianoforte dello spettacolo scritto da Claudio Fava e diretto da Laura Giacobbe.
Dopo un’anteprima che lo vede ripartire da Messina, città del debutto avvenuto lo scorso marzo al Teatro Savio, prende il via dal Piccolo Teatro della Città di Catania, l’attesa tournée dello spettacolo che – in scena venerdì 8 novembre (ore 21), sabato 9 novembre (ore 21) e domenica 10 novembre (ore 18) – apre il percorso di Teatro Civile proposta dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.
In scena l’attore Ninni Bruschetta che veste i panni del killer, “testimone e vittima, al tempo stesso, della furibonda guerra di mafia siciliana”. Al testo drammaturgico che viaggia tra i pensieri dell’uomo di mafia, si uniscono le musiche composte ed eseguite dal vivo al pianoforte da Cettina Donato, pianista, compositrice e direttore d’orchestra conosciuta ed apprezzata a livello internazionale. Uno spettacolo in cui note e drammaturgia si fondono in un’unica partitura, frutto di un intenso lavoro tra musicista e interprete. “Il Mio Nome È Caino”, che è prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri, ha partecipato al Jazzit Fest 2019 di Pompei ed è andato in scena a Gibellina per la 38esima edizione delle Orestiadi.
«Caino – spiega la regista Laura Giacobbe – è il killer di mafia che al comando ha preferito l’amministrazione rigorosa della morte, qualcosa che somiglia a un mestiere ma che è anche una impietosa chiave di lettura dell’universo mafioso e delle sue opache propaggini, un personaggio fuori dalla cronaca, costruito interamente all’interno della coscienza. Un “pensiero fuori posto” muove il suo racconto, assoluto, spietato, estremo, senza margini di riscatto. Fuori posto è anche il suo raccontare, a tratti straniato dalla vertigine dell’azione, oppure ingoiato dalla musica che lo sostiene, che improvvisa e improvvisando spinge Caino a cercare ancora un altro tono, un altro modo per dire, fuori tempo massimo, quando è troppo tardi per raccontare e tutto suona come una dolente deposizione resa a se stessi»
«Ho deciso – dice Ninni Bruschetta – di portare in scena “Il mio nome è Caino” interpretandolo in prima persona perché in questo racconto di fantasia e realtà, mirabilmente mischiate, credo che si esprima, in tutta la sua forza, la poetica dello scrittore ma anche del testimone. Un testimone diretto e anche vittima della furibonda guerra di mafia siciliana, che in questo testo mette a frutto questa testimonianza per saltare al di là della staccionata e proiettarsi nella mente di un killer. E se prima ne interpreta il maleficio e la follia, poi riesce a riconoscere in lui anche una normalità, una formazione, una cultura e persino un mestiere. Usa la sua contorta morale per avvicinarci al pensiero del male che, in ogni caso, non figura così distante da noi. Affrontare questo testo da attore mi è sembrato necessario proprio perché esso richiede all’interprete la più rigorosa “sospensione del giudizio” per poterne restituire la crudeltà, la freddezza e persino l’ironia. E ancora di più perché questo personaggio ha una sua normale, direi naturale umanità, la sua mente viziata ha una folle ma sorprendente sensibilità e mostra il lato più debole del male, finendo di fatto per decretarne la sconfitta».
Subito dopo Catania, la tournée condurrà lo spettacolo a Palermo il 14-15 e 16 novembre allo Spazio Franco, il 13 dicembre a Polistena (RC), il 15 dicembre ad Avola. Nel 2020 toccherà anche le città di Milano (Teatro Ciro Menotti), Roma (Teatro Brancaccino), Torino (Teatro Bellarte), Comiso (RG), Corciano (PG) e Canicattì (AG). Ulteriori date e destinazioni in aggiornamento.
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