Pippi Calzelunghe, con la regia di Gianni Salvo, andrà in scena al Piccolo Teatro della Città ( Via F. Ciccaglione, 29) Domenica 24 Gennaio ore 17.30, nell’ambito della Stagione Ragazzi. Con Tiziana Bellassai, Giuseppe Carbone, Alberto Orofino, Anna Passanisi, Maria Rita Sgarlato.
La scrittrice svedese, famosa per i suoi racconti per ragazzi, è autrice di 80 libri pubblicati e tradotti un po’ ovunque con 130 milioni di copie vendute. Il libro che le dette vasta notorietà è Pippi Calzelunghe (Pippi Långstrump) un personaggio ormai entrato nell’immaginario di milioni di persone sparse in tutto il mondo. Capitò che nell’inverno del 1941 la figlia della Lindgren, Karin, si ammalò di polmonite e la mamma premurosa al suo capezzale la intratteneva raccontandole delle storie di sua invenzione. Una di queste aveva coma protagonista una bambina fuori dal comune a cui la stessa Karin mise il nome di Pippi Calzelunghe. Tre anni dopo la Lindgren scivolò sul ghiaccio di un marciapiede di Stoccolma, procurandosi un brutto strappo alla caviglia che la costrinse ad un riposo forzato. Fu allora che, forse per passare il tempo, decise di mettere nero su bianco le avventure di Pippi. Il manoscritto, corredato anche dai suoi disegni, era il suo regalo per il decimo compleanno di Karin. Pubblicato in seguito da un editore, ottenne un successo travolgente. Da allora la Lindgren liberò la sua fantasia e invase il mercato letterario con i suoi libri. Nel 1969 Pippi Calzelunghe divenne un serial televisivo, a cui la scrittrice collaborò attivamente, che, programmato dalle televisioni di tutto il mondo, rese popolare il personaggio. In Italia arrivò nel 1970 nella mitica “TV dei ragazzi” della RAI a cui seguì la pubblicazione del libro dalle edizioni Vallecchi. La serie di telefilm fu poi ripresa varie volte facendo conoscere Pippi a varie generazioni di Pippi Calzelunghe è una bambina che vive in una grande villa, Villa Villacolle, con l’unica compagnia di un cavallo chiamato Zietto e una scimmietta di nome Signor Nilsson. Fanno amicizia con lei due fratelli, Tommy e Annika, con i quali Pippi condivide molte avventure. Vive sola e non ha paura di niente. Sta benissimo anche senza genitori perché nessuno le dice quando deve andare a letto o le insegna le buone maniere. Gestisce la casa e il denaro che le serve per vivere e affronta il quotidiano con la spontaneità e la vitalità che i bambini riescono ad avere. E’ generosa e sempre in atteggiamento positivo verso la vita e verso il prossimi.
Il personaggio non è del tutto reale (ha una forza enorme tanto che riesce a sollevare un cavallo) e questo giustifica agli occhi dei benpensanti le sue trasgressioni: vive secondo le sue regole, non frequenta la scuola, si rifiuta di essere ricoverata alla Casa degli Orfani, ecc..
Ma la sua trasgressione non mai irrispettosa: è una trasgressione “gentile” verso le regole degli adulti. Il libro della Lindgren, uscito nel 1944, non fu bene accolto, essendo stato giudicato “sovversivo” rispetto alla società organizzata, trattandosi per di più di una bambina si leggeva fra le righe un messaggio femminista “sovversivo” per quei tempi). Scriveva la Lindgren: «Ho vissuto in una fattoria di campagna, sono figlia di una contadino e provengono da un mondo in cui le donne erano pienamente pari a loro, forti ed energiche…» Non Per niente molte ragazze che alla fine degli anni sessanta parteciparono ai movimenti studenteschi dichiararono di essersi ispirate a Pippi. Ma lasciamo ai grandi queste considerazioni.
I bimbi si divertono e ridono alle avventure della loro beniamina. E non c’è niente di più sovversivo di un bambino che ride.
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