PALERMO. Dopo 25 anni, torna in Sicilia l’imponente “Boris Godunov” di Modest Musorgskij (23-30 marzo al Teatro Massimo), affresco corale di forte impatto scenico e rilevante impegno produttivo, che potrà vantare un protagonista assoluto della scena lirica internazionale come Ferruccio Furlanetto, in un ruolo al quale è molto legato e che ha anche interpretato nel tempio della musica russa, il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Lo sfarzoso nuovo allestimento (realizzato in coproduzione con il Teatro Municipal de Santiago del Cile) è firmato da un artista ormai caro al pubblico palermitano e apprezzato per la sontuosità e l’eleganza dei suoi lavori, il regista scenografo e costumista Hugo de Ana, già autore di due recenti apprezzati spettacoli inaugurali (“Lohengrin” e “Senso”).
Alla guida dei complessi della Fondazione (Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Coro di voci bianche) una bacchetta di esperienza come George Pehlivanian. Maestro del Coro sempre Andrea Faidutti e Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo.
Le luci sono firmate da Jacopo Pantani, le coreografie da Lino Privitera.
Il numerosissimo cast di interpreti comprende accanto a Ferruccio Furlanetto nel ruolo di Boris (in alternanza con Alexei Tanovitski il 24 e 30 marzo), Anna Victorova (Marina), Marco Spotti (Pimen), Mikhail Gubsky (L’Impostore sotto il nome di Grigorij o Il falso Dimitrij), Igor Golovatenko (Rangoni), Jan Vacik (Šujskij) e Dmitry Voropaev (Il Folle in Cristo o L’Innocente).
“Boris Godunov” – opera dalla storia compositiva assai complessa, presente in più versioni molto differenti tra loro – sarà messa in scena nell’edizione musicale approntata da Pavel Lamm, la seconda versione del 1872 preparata dallo stesso Musorgskij, con i due quadri del cosiddetto”atto polacco”, la soppressione della scena VI di San Basilio della precedente versione originale (quella rifiutata dalla commissione dei Teatri Imperiali), e la scena finale della foresta di Kromij. Foschi complotti e ribellioni sono le componenti fondamentali del capolavoro di Musorgskij, il cui soggetto è basato su un dramma di Pushkin: nella Russia d’inizio Seicento, piombata nel pieno caos dopo l’assassinio dell’erede al trono, si narrano le vicende tormentate e i dissidi di Boris, lo zar illegittimo che muore straziato dai rimorsi e dalla sua stessa brama di potere; il grande monologo di Boris morente è uno dei capolavori assoluti della storia musicale.
Il Boris Godunov è stato rappresentato a Palermo 5 volte: nel 1931, nel 1948, nel 1954, nel 1964 (sempre al Massimo) e infine nel 1987 al Politeama (con i complessi ospiti del Teatro Malij di Leningrado in tournée italiana).
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