Cristina Comencini, regista e scrittrice, chiude la prima edizione di “Donne in campo”. In prima linea per i diritti delle donne, l’artista ha accettato con entusiasmo l’invito al ciclo di approfondimenti promossi dal Teatro Stabile di Catania e dal comitato catanese del movimento femminista “Se non ora quando?”. L’intervento della celebre cineasta apre la seconda edizione di “Film in scena”, la rassegna di incontri con i grandi del cinema, affidata alla cura della giornalista Ornella Sgroi, critico cinematografico.
L’appuntamento con Cristina Comencini è per giovedì 24 maggio al cinema multisala King (ore 19:30): alla proiezione del film Quando la notte seguirà il dibattito coordinato da Ornella Sgroi e animato dalla Comencini insieme a Grazia Giurato per Snoq Catania e Rita Palidda, sociologa e docente della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università catanese.
Il film Quando la notte è la storia di Marina (Claudia Pandolfi), giovane madre in vacanza in montagna col suo bambino, e Manfred (Filippo Timi), guida dal carattere chiuso e sprezzante, abbandonato da moglie e figli. Una notte succede qualcosa nell’appartamento di lei e Manfred interviene, portando il piccolo ferito in ospedale. Da quel momento l’uomo si metterà sulle tracce di una verità inconfessabile che Marina ha nascosto a tutti, mentre lei intuirà il segreto familiare all’origine dell’odio di Manfred verso le donne. Il film, presentato non senza polemiche a Venezia nel 2011, è tratto dall’omonimo romanzo della stessa Comencini. «Concepire la cultura come mero intrattenimento – spiega Giuseppe Di Pasquale, direttore del TSC – sarebbe errore madornale in cui la politica del nostro Paese rischia troppo spesso di incorrere. Fin dalle origini il teatro nacque come luogo necessario alla polis per raccontare e raccontarsi, costruendo la propria identità dinnanzi a se stessa e al mondo. Allargare l’offerta culturale di un ente di grande rilevanza, come quello che ho l’onore di dirigere, significa restituire al teatro la sua funzione originaria di fucina del futuro attraverso l’identità e la memoria».
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