Un fine settimana all’insegna di Renato Guttuso


Natura morta di Renato Guttuso
Natura morta di Renato Guttuso

Nelle sale di Villa Zito esposte 47 nature morte, genere che Renato Guttuso ha praticato nell’intero arco della sua attività e che costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione. Offrono al pubblico una prospettiva inedita e di grande fascino sul percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nelle opere.

L’artista indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica. Scrive egli stesso in un articolo del 1933: “Se la pittura non penetra l’oggetto e non ne svela le vibrazioni, se non arriva partendo dall’oggetto e dall’osservazione sentimentale di esso alla creazione di un equivalente plastico dell’oggetto non si perviene alla poesia, ma si precipita nella fotografia”.

Le opere esposte provengono da prestigiose sedi espositive tra le quali il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e da importanti collezioni private. La carica travolgente delle nature morte di Guttuso è certamente una caratteristica distintiva della sua pittura. La mostra presenta opere degli anni Trenta e degli anni Quaranta, che documentano l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra. Nel dopoguerra, con Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), il crescente interesse verso la sintesi post-cubista picassiana rivela il profondo impegno dell’artista nel recupero della cultura artistica europea per arrivare, negli anni Sessanta, a una nuova fase che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile ne Il Cestello (1959), La Ciotola (1960) e Natura morta con fornello elettrico (1961).

L’esposizione si conclude con una selezione di dipinti della fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come Cimitero di macchine (1978), Teschio e cravatteBucranio, mandibola e pescecane (1984) che diventano metafore e allegorie del reale.

Il percorso espositivo è arricchito da fotografie – in parte inedite – concesse dagli Archivi Guttuso e da frammenti video messi a disposizione da Rai Teche che raccontano la vita, intima e pubblica, dell’artista mostrando anche i luoghi del suo lavoro e delle sue relazioni con importanti scrittori come Moravia, Vittorini, Saba e Levi, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Nono e artisti come Picasso; rapporti che influenzeranno i suoi lavori e ispireranno non solo dipinti, ma anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.

L’esposizione nasce con la collaborazione di Sicily Art & Culture, degli Archivi Guttuso e del Comune di Pavia – Assessorato alla Cultura e Turismo e si avvale del patrocinio della Regione Siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana e dell’Assessorato alla cultura della Città di Palermo.

È organizzata da Civita e da ViDi. Unicredit è il main sponsor dell’iniziativa, sponsor Banca Sistema e Igea Banca, oltre a Radio Monte Carlo – Radio ufficiale della mostra – , Rai Teche e Visiva come media partner.

 

 

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