Angelo Branduardi: “Lasciate che il mondo non vi tocchi”


“Visto che musica e danza sono sorelle, divertitevi e lasciate che il mondo non vi tocchi”. Invito esplicito quello che Angelo Branduardi rivolge al suo pubblico. Invito non casuale. Il riferimento è al suo ultimo album Camminando camminando 2: un brano inedito e quindici vecchie canzoni di successo, dal 1996 ad oggi, estratte dai cd Futuro Antico I, Il dito e la luna, L’infinitamente piccolo, Altro e altrove, Senza spina e Così è se mi pare.

Stesso look di sempre, inconfondibile capigliatura, abbigliamento casual. Lo incontriamo in un noto albergo catanese, alla Playa.

Presente e passato. Antichi successi e nuove tracce. È un bilancio? Un punto e a capo per progetti futuri?

“Le dirò sinceramente, visto che alla mia età non si mente più, che un punto e a capo c’è stato e le dico subito quando: è stato L’Infinitamente Piccolo, un cd con undici canzoni su testi tratti dalle Fonti Francescane. Un vero e proprio disorientamento, un cambiamento rispetto al mio passato musicale. In questo nuovo cd si mescola, invece, l’esigenza di farsi risentire, anche se solo con una canzone nuova, e il desiderio di rievocare il passato. Se parliamo dei concerti, invece, rimane tutto invariato. Lì non c’è mai punto a capo. Il concerto più bello è quello che devi fare. C’è sempre lo stesso carisma, mio e del pubblico. Nessuno parla mai del carisma del pubblico”.

 

Lei ha più volte dichiarato che l’album sulle fonti francescane non voleva pubblicarlo nessuno.

“Sì, è vero. Ma è stata una scommessa vinta e un successo per certi versi inaspettato”

Allora diciamolo: la gente non vuole solo prodotti commerciali.

“Lo dico e faccio anche nomi e cognomi. Non si vuole solo Alessandra Amoroso o Amici”

La musica culturale rispetto alla commerciale ha ancora la sua nicchia?

“Se così non fosse non sarei qui. La mia fortuna, però, è che ho una platea internazionale. La cosa che mi fa arrabbiare però è che si parla oggi di successi commerciali che in realtà sono veri e propri fiaschi. Quello che oggi è un disco di platino in passato era un flop”.

Ha detto che alla sua età non si mente più. Significa che lo faceva in passato?

“Di balle ne ho sparate ma non possono essere considerate menzogne. Le definirei abbellimento della realtà. Diciamo che si trattava di un ideale di quello che era il reale. Non so se rendo l’idea”.

Nel suo nuovo album c’è un solo brano inedito, scritto con Giorgio Faletti. Amicizia decennale e collaborazione artistica ormai datata. Com’è nata?

“Io devo molto a lui e lui deve molto a me. Per primo gli dissi che era un grande scrittore. Ci siamo conosciuti ad uno spettacolo di beneficienza. Avevamo il camerino in comune. Sbirciai per caso tra varie carte, c’era pure qualche panino con la mortadella. C’era una frase. Vediamo se la ricordo bene: mi denuncio per non morire, per non dirvi addio. Una roba simile. Gli ho chiesto cos’era quella frase. Lui è diventato rosso.  Da allora siamo diventati amici, amicissimi. Giorgio ama la musica, ha scritto per Mina, Ornella Vanoni. Abbiamo iniziato a collaborare facendo cose, penso, di grande qualità. Lui adesso si farà un regalo. Doveva scegliere fra un Porche e un disco. Ha scelto il disco”.

Le fa leggere i suoi libri prima di pubblicarli?

“Certo. Mi legge sempre la stesura finale. Viene a casa mia e per quattro-cinque ore legge e mi rivela anche il colpevole. A quel punto però non li leggo più”. 

C’è qualcosa che la lega alla Sicilia?

“Sono amico di un pittore siciliano che si chiama Togo (Enzo Migneco), nipote del grande Giuseppe Migneco, grande pittore del ‘900 (è considerato tra i maggiori rappresentanti dell’espressionismo novecentesco, ndr). Con mia moglie siamo andati spesso a trovare Enzo a Giampilieri Marina. Questo ha significato una conoscenza non turistica di alcuni luoghi di questa isola”.

Sono previste tappe nell’Isola del suo nuovo tour?

“Certo: il 9 agosto Palazzolo Acreide; Taormina il 17 agosto e Castell’Umberto il 28 agosto”.

Quali sono i suoi progetti futuri?

“I miei progetti scadono col prossimo piatto di spaghetti. Io non so se quello che farò sarà interessante per lei o per qualcun altro”.

 

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