“Studio tantissimo, mi massacro, quando devo interpretare un personaggio”. Così inizia il nostro divertente incontro con la giocosa e solare Anna Mazzamauro nel backstage del Teatro Brancati, teatro della città, per la rappresentazione di “Serata d’ Onore e d’ Amore” in scena fino al 21 aprile, accompagnata dal pianoforte di Riccardo Taddei. Uno spettacolo emozionante in cui non risparmia nulla della sua professionalità donando al pubblico perle di rara autoironia, facendo rivivere i vezzi della Signorina Silvani, l’amore proibito del ragioniere Fantozzi, lo sgangherato “Gigi Il bullo”, nota macchietta petroliniana, Mademoiselle Floria, regina dell’avanspettacolo, il fine dicitore con un disturbo vocale, la solitudine e la tristezza della Magnani e la voce irregolare e fascinosa della diva di tutte le dive Wanda Osiris, il tutto perfettamente legato ad un naturale dialogo tra recitazione e canto. “Mi piace il mio lavoro e spero che un giorno si parli di me utilizzando sempre il presente”.
In “Serata d’Onore e d’ Amore” fa rivivere con la sua arte più di cinquant’anni di storia del costume e dello spettacolo ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera. Un testo appassionante e coinvolgente. È più facile fare ironia al teatro o al cinema?
“Preferisco l’ironia alla comicità; infatti non mi propongo mai di far ridere. Faccio l’attrice e se delle volte riesco a far emozionare la gente sono contenta. Cinema e teatro sono due dimensioni diverse. Recitare in un film è, sicuramente, più facile, perché esiste il primo piano e la tecnica rende tutto più semplice; la difficoltà sta nell’arte dell’attore di far arrivare l’emozione al pubblico. Io sono una donna normale, non bella e neanche brutta diciamo atipica (ride). Le donne con me non gareggiano, sono tranquille e stanno a loro agio, tanto da permettere ai loro uomini di godere di quello che io dico”.
Lei è un’attrice tutto sangue e passione; infatti durante un doppiaggio, agli inizi della carriera, ha avuto il coraggio di dire no a Fellini e mollare quel ruolo chiamandolo addirittura Felloni. Coraggio, incoscienza o cosa?
“Fellini mi chiese di doppiare una donna molto anziana in un modo, secondo me, fasullo. Ero agli inizi della carriera, è vero, ma già sapevo bene cos’era il mio lavoro. Questa vecchia doveva essere interpretata, per me, in maniera sbagliata. Cercai di accontentarlo, ma la mia interpretazione, dopo ripetute volte, a Fellini non piacque.
Ricordo bene cosa mi disse: “Senta signorina Mezzamauro diciamo che lei non è capace d’interpretare questo ruolo”.
Io, con molto rispetto, risposi: “Senta dottor Felloni, mi hanno detto che nella sua famiglia c’è un’ attrice, non brava quanto me, un po’ avanti con gli anni. Sicuramente sarà più adatta di me a fare questo ruolo. Faccia fare a lei questo personaggio”.
Così dopo questo breve, ma intenso dialogo andai via sbattendo la porta. Successivamente ci fu un altro episodio con Fellini.
Mi mandò a chiamare dicendomi: “So che lei è una donna spiritosa. Sto preparando Casanova. Mi piacerebbe che lei interpretasse la parte di una donna gobba”. Io risposi: “Sono un’ attrice e posso fare anche la parte di una donna gobba”. Riprese Fellini: “Dovrebbe fare la parte di una donna gobba davanti e dietro, che si spoglia nuda e fa l’amore con Casanova”. Io senza esitare, ma sempre con grande educazione, conclusi subito il colloquio dicendo: “Dottor Fellini, le auguro ogni bene per questo film. Sono molto spiritosa, ma non voglio ignorare che io sono un’attrice e non una figuretta in mano a lei”.
Questo è stato il mio momento con Fellini”.
Il nostro è un giornale che parla di donne. Lei che tipo di donna è? Cosa pensa delle donne oggi?
“Penso tutto il bene possibile delle donne; essendo donna non posso pensare il contrario. Non sono mai stata una femminista ante litteram. Ad esempio se un uomo mi aiuta a portare la valigia non mi sento offesa, perché essendo muscolarmente più forte di me non lo ritengo un affronto e non mi agito per questo. Mi arrabbio quando non c’è la parità dei diritti, perché quando manca questo principio fondamentale mi irrito molto. Non amo le distinzioni, perché ognuno ha la sua storia. Quando tento di portare un personaggio importante in scena non copio e, soprattutto, nella vita non cerco mai di definire una persona o una cosa. Credo che ci sia ancora molto da fare. Il nostro presidente Napolitano, ad esempio, ha scelto dieci saggi per salvare l’Italia senza inserire una donna in questa rosa composta da soli uomini. Non credo che non ci sia una donna da non poter essere inserita in tanta saggezza. Ci vorrebbe, secondo me, una Lisistrata che faccia i conti di casa e si rifiuti di andare a letto con il marito se le cose non vanno bene. È inutile, per me, che Napolitano dopo la nomina si sia scusato con tutte le donne. Trovo offensiva questa totale esclusione. Non ho nessuna idea politica; non ho mai confuso la politica con l’arte. Mi piace però il movimento dei grillini, che hanno dato un forte scossone all’attuale situazione politica. Non c’è stato nessuno, fino ad oggi, che abbia avuto un po’ di buon senso in questo caos che è l’ Italia. Mi auguro che succeda qualcosa di positivo e che, finalmente, si possa ragionare e vivere meglio”.
Attrice, doppiatrice e cantante. Lei è un’icona dello spettacolo, soprattutto, per i ragazzi che la adorano. Per strada quando la incontrano quali sono le espressioni del pubblico?
(ride)
“Signorina Silvaniii, come sta quella merdaccia schifosa di Paolo Villaggio?!”
Come spiega l’enorme successo della Silvani?
“Nel nostro campo si fa tutto in divenire e non pensavo che questo personaggio potesse avere tanto successo e che, soprattutto, avrebbe inciso sul pubblico con tanta forza. La Silvani era una specie di cartone animato che io ho fatto con grande disinvoltura. Mi sono divertita a farla anche se a volte è un’ossessione. Per fare passare in secondo piano questa fortunatissima fase della mia carriera e non rimanere ingabbiata dal personaggio mi sono dovuta impegnare molto. Ho fatto lavori importanti come Cyrano o Anna Magnani. La Silvani mi è venuta bene, perché l’ho fatta come se la facessi a teatro, esaltandone i vezzi e le manie in maniera esasperata”.
Quando lavora si diverte. Ha prestato la sua voce e la sua recitazione alla bimba di “Senti chi parla” e ultimamente ha doppiato la perfida strega di “The Brave”, una grande animazione che ha vinto l’oscar. Come nasce un suo doppiaggio? C’è qualche preparazione particolare?
“La bambina di “Senti chi parla” non parlava, ma pensava e non c’è stato motivo di rispettare le labiali. Quando sono libera rendo di più e ho avuto tanta libertà nel rendere viva l’interpretazione. Mi sono divertita molto in questo ruolo e ho provato grandi emozioni, soprattutto, quando la bambina per la prima volta ha mosso i primi passi. Invece, quando hanno ringraziato a livello mondiale gli interpreti di “The Brave”, una bella e curata animazione, mi sono sentita parte di quest’oscar”.
Lei è stata l’unica donna al mondo, fino ad ora, ad interpretare Cyrano de Bergerac. Che tipo di preparazione artistica ha dovuto affrontare?
“Cyrano è una creatura che soffre, ama e combatte; non mi sono preoccupata che fosse un uomo, perché la passione di questo personaggio mi ha coinvolto subito a prescindere dal sesso. Ho fatto la riduzione del testo, eliminando alcuni momenti di guerra e lasciando gli scontri all’interno delle taverne; ho imparato ad usare la spada.
L’emozione è stata grande, perché appena si apriva il sipario sentivo il sospetto del pubblico nel vedere interpretato un ruolo maschile da una donna. Dopo dieci minuti tutti dimenticavano questo particolare ed erano rapiti dalla liricità del testo e dalla drammatizzazione scenica. Il momento più intenso è stato senza dubbio la morte di Cyrano, anche per la particolare invenzione scenografica. Sul palco c’era un’enorme carrozza del 600 che girava su se stessa in base al momento da rappresentare. Un lavoro, molto faticoso, che mi ha dato grande soddisfazione”.
Prossimi impegni lavorativi?
“In autunno sarò in scena con un nuovo testo teatrale molto importante, “Nuda e Cruda”. Un lavoro molto particolare, che dà ampio spazio alla riflessione, in cui interpreto anche un Pinocchio strano, strampalato e stralunato”.
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