Torna in Sicilia per la sua unica tappa nell’Isola, Antonella Ruggiero, ex voce dei Matia Bazar, che da anni ha intrapreso la carriera da solista. In un concerto che si terrà sabato 7 maggio alle ore 21 al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande (Catania), la cantante, accompagnata dal maestro Francesco Buzzurro, proporrà un viaggio attraverso i suoi più grandi successi. “Ci saranno canzoni che fanno parte del mio repertorio vecchio e nuovo; quelle della tradizione popolare e qualcosa di antico legato alla tradizione sacra” racconta l’artista a Sicilia&Donna.
L’intervista ad Antonella Ruggiero
Come nasce la collaborazione con Francesco Buzzurro?
“Da una proposta di un amico comune. Francesco, oltre a essere un grande artista, è anche una grande persona e lo ritengo artisticamente molto affine a me. Fin dall’infanzia ha esplorato ambiti musicali, cosa che a me piace fare”.
Per il futuro sono previste nuove collaborazioni?
“Sono sempre molto aperta alla possibilità di creare cose nuove, di collaborare e confrontarmi con generazioni diverse. Quindi se si presenterà l’occasione per una nuova collaborazione io sono disponibile. Scambiarsi modalità di espressione, sonorità e generi diversi è sempre auspicabile. Purché sia una buona opportunità”.
È uscito da poco il suo nuovo album, “Cattedrali”. Com’è stato realizzare un progetto lungamente accarezzato e che vede la sua voce accompagnata dal suono dell’organo, strumento da lei apprezzato fin dall’infanzia?
“La prima volta che ho ascoltato l’organo avevo 8-9 anni, non ricordo. È stato un impatto emotivo che mi è rimasto dentro per tutta la vita. Ultimamente ho ricevuto da Fausto Caporali, l’organista della cattedrale di Cremona, la proposta di collaborare insieme. Avere la possibilità di accompagnare la mia voce con un uno strumento così antico e maestoso, l’organo liturgico, quello imponente e inamovibile all’interno delle chiese e delle cattedrali che la gente purtroppo non ascolta quasi più, era un’opportunità unica e meravigliosa e andava realizzata con grande passione. Ho fatto una ricerca sui brani, alcuni li conoscevo altri li ho cercati proprio per il loro contenuto, bellezza ed emotività”.
Tra i brani presenti nel disco, ripropone l’Ave Maria di De Andrè dedicandola alle donne. Che tipo di messaggio vuole trasmettere loro?
“Sappiamo bene come le donne siano a volte maltrattate e in alcuni contesti lavorativi sottopagate. La qualità della vita delle donne è messa in un angolo, sono spesso poste in una posizione di inferiorità. La speranza è che le nuove generazioni femminili facciano qualcosa per riscattarsi ed essere trattate con rispetto. Bisogna valorizzare la l’intelligenza, la creatività femminile, la voglia di lavorare con onestà. E credo sia necessario che ricevano l’aiuto giusto”.
Cosa ne pensa del panorama musicale contemporaneo? È possibile trovare ancora una diversificazione di genere?
“Dipende dal giovane, se vuole intraprendere la strada della creatività o sottomettersi alle regole che portano al nulla. Sono mille i motivi per cui uno prosegue e ha una lunga carriera oppure no. Dipende da quello che si vuole. Conosco tanti giovani di grande talento che non andrebbero mai ai talent mentre ce ne sono altri che non vedono l’ora di andarci. Se poi ti esibisci in un luogo sotto i riflettori, dove vieni giudicato e magari tagliato fuori il trauma può essere forte”.
Mi consenta un po’ di campanilismo. Cosa le piace della nostra isola?
“Quasi tutto. Dal punto di vista naturale è preziosa. C’è un grande legame tra me e l’isola da sempre. Ho iniziato piccole tournée con il mio primo gruppo in Sicilia. Ricordo i vostri aranceti bellissimi che mi hanno lasciato un segno visivo che permane oggi. Adoro la vostra cultura, il cibo. Poi, è ovvio, ci sono anche lati negativi che non hanno a che fare con la natura, il cibo e cultura. Ma sono aspetti che si riscontrano ovunque, non solo in Sicilia. La vostra Isola è un pozzo di risorse preziose”.
Intervista realizzata da Anastasia Viola
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