Antonio Presti: “Per ricostruire l’uomo bisogna partire dai bambini”


Dalla Sicilia, terra dai forti contrasti, zampilla fresca e profumata l’acqua della “Bellezza”. Da Librino arriva un forte esempio di valore civile, sociale e artistico. Ancora una volta la Fondazione Fiumara d’Arte coinvolge gli abitanti del quartiere e la città tutta per il primo Rito della luce a Catania che si terrà nel Solstizio d’inverno dal 20 – 22 dicembre 2012, dalle 18,30 alle 23,00, all’Istituto Comprensivo Campanella Sturzo, Librino – Catania di via Bummacaro 8. Ne saranno protagonisti 30 scuole, 3000 studenti, 120 artisti, 90 poeti, 30 associazioni, 40 fotografi,
150 musicisti, 5 gruppi etnici differenti

“Per ricostruire l’uomo bisogna partire dal basso, affinché si abbiano solide fondamenta, quindi dai bambini” sottolinea con fermezza Antonio Presti, presidente della Fondazione che da oltre 15 anni opera nel quartiere periferico del capoluogo etneo.

Quest’anno per la prima volta, la Fondazione Fiumara d’Arte organizza il Rito della Luce a Librino, quartiere periferico di Catania. Perché avete scelto la data del 21 dicembre?

«Nel lavoro di questi anni – dice Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte – la poesia e la cultura si sono rivelate validi strumenti di conoscenza e di crescita per le nuove generazioni. Mai come in questo momento credo che il mondo abbia bisogno di una luce rigeneratrice. La luce, simbolo della conoscenza e del futuro, è al centro dell’evento (che si svolgerà dal 20 al 22 dicembre) che abbiamo ideato per il solstizio d’inverno, giorno in cui in Europa si registra la giornata più corta dell’anno. Quest’anno il 21 dicembre, tra l’altro, coincide con la profezia dei Maya, secondo la quale  proprio in questo giorno sarebbe prevista la “fine del mondo”. In un momento in cui l’umanità sembra attendere la fine senza speranza, vogliamo affermare l’eventualità della fine di “un” mondo, la fine di un approccio consumistico e spersonalizzante alla vita; la fine di quel mondo in cui prevalgono i beni materiali e in cui si mortificano i sentimenti in nome di una presunta supremazia della ragione. Il Rito della luce è quindi una risposta spirituale volta a un futuro di condivisione e conoscenza che, partendo proprio dai più giovani abitanti di Librino, può assumere un valore universale per i bambini di tutto il mondo.  Sento che abbiamo il dovere morale di rassicurare i giovani, intimoriti e scoraggiati a sentir parlare continuamente di crisi economica, mancanza di lavoro, spread e, non per ultimo, fine del mondo. Per loro e con loro dobbiamo proteggere la conoscenza e la cultura, ovvero quei valori che vinceranno sul buio del consumismo e della caduta dei valori etici e morali. Il   Rito della Luce sarà un’occasione per ribadire che bisogna guardare oltre e andare verso una nuova vita, attraverso un viaggio di suggestioni e immagini organizzato all’interno di una scuola del quartiere Librino, l’Istituto comprensivo Campanella Sturzo, luogo etico innalzato a “tempio della conoscenza”».

Cosa intende quando afferma di volere innalzare la scuola a “tempio della conoscenza”?

«La scuola – spiega Antonio Presti – non deve essere solo  luogo istituzionale di formazione collettiva e culturale, ma luogo etico in cui i cittadini si possano nutrire dei fondamentali valori di conoscenza. La crisi della nostra contemporaneità ha coinvolto anche la scuola pubblica, svilita dalla mancanza di denaro, dalla crisi dei valori sociali e dal precariato che demotiva gli insegnanti. Quello a cui assistiamo oggi è la triste conclusione di un  processo che ha avuto il suo avvio già negli scorsi decenni, quando i luoghi della cultura sono stati espropriati e consegnati alla dittatura del consumismo sotto l’egemonia del potere delle multinazionali e della globalizzazione. Oggi è in atto un processo di demolizione culturale che ha colpito gravemente anche la scuola, espropriata dal suo ruolo etico e culturale e consegnata alla dittatura di una educazione di massa, che produce solo mediocrità ed è incapace di progettare futuro.  Con il Rito della Luce vorremmo riformulare un nuovo atto di devozione alla sacralità della scuola, innalzandola a luogo centrale della società, perché ritorni ad essere il luogo per lo sviluppo della coscienza critica, un luogo sacro e inviolabile in cui si formano, anche spiritualmente, gli uomini e le donne di domani».

Da 15 anni la Fondazione da Lei presieduta lavora a Librino, impegnata a restituire un valore etico e spirituale. Perché ha scelto proprio la periferia catanese?

«Librino è esempio e simbolo di una cultura che non dà voce e volto a quelli che considera “ultimi”, gente dimenticata e abbandonata sempre più spesso al proprio destino. Attraverso il lavoro svolto negli ultimi dodici anni a Librino, abbiamo vissuto e condiviso le problematiche del quartiere catanese. Una periferia come tante altre in Italia e nel mondo; un “non luogo” dominato da grandi complessi condominiali e fiumi di cemento, lontano dal centro vitale della città.  Consapevoli della distanza tra periferia e centralità, tra emarginazione e coinvolgimento, vorremmo dialogare e tentare di riallacciare un legame, forse mai nato, tra mondi distanti, donando valori spirituali anche attraverso la realizzazione di opere d’arte. Come abbiamo fatto con la realizzazione della “Porta della Bellezza”, inaugurata nel 2009: un impegno culturale che ha trovato il suo senso e il suo valore nella condivisione tra duemila mamme, duemila bambini e i più grandi poeti, scrittori e scultori che hanno donato il loro talento e il loro genio alla realizzazione di un’opera monumentale in terracotta, oggi simbolo della rinascita civile e spirituale del quartiere».

In che modo gli studenti delle scuole di Catania sono stati coinvolti al Rito? Ha già pensato a un futuro per Il Rito della Luce ?

«Ancora una volta la Fondazione Fiumara d’Arte ha deciso di investire in progetti culturali di eccellenza incentrati sullo studio della poesia che coinvolgessero gli studenti in una lunga semina di bellezza. Così durante le tre notti del Rito gli studenti leggeranno i loro versi più belli, quelli che loro stessi hanno composto in dialetto o in lingua italiana, insieme a quelli dei grandi poeti, locali e nazionali, intermediari di questa universale Offerta della parola. Abbiamo voluto coinvolgere i giovani in un percorso di crescita etica e civile attraverso il linguaggio della Poesia, unica parola pura che nel mondo contemporaneo si è sottratta alla mercificazione e alla speculazione. Sono convinto che solo con la poesia oggi si riescono a contattare particolari stati emozionali. Gli studenti, poi, realizzeranno anche alcuni mandala all’interno dell’Istituto Campanella Sturzo, frutto di un percorso formativo che è stato portato avanti in sinergia con gli insegnanti. Nella creazione dei mandala gli studenti catanesi saranno protagonisti di momenti unici di condivisione spirituale e avranno la possibilità di esplorare l’emozione e l’Universale attraverso l’arte e il lavoro di gruppo. Un viaggio iniziatico di trasformazione, capace di riportare ognuno al suo centro spirituale. Attraverso la costanza del bianco su bianco, colore di luce e purezza interiore, i mandala saranno emblema di una forza rinnovatrice. Colgo l’occasione per ringraziare affettuosamente tutte le scuole coinvolte nel progetto, i dirigenti e gli insegnanti, che hanno condiviso e collaborato alla realizzazione del Rito, e spero che questo sia l’inizio di un percorso comune per tutte le scuole della città che si possa perpetuare nel tempo, creando così una nuova generazione che trova il suo senso comune nella protezione della conoscenza».

Per il  Rito della Luce ha chiamato anche  molti artisti, musicisti e attori…

«Molti dei miei amici artisti, che ringrazio per la rinnovata disponibilità che non esitano mai di dimostrarmi, condividendo il pensiero da cui scaturisce il Rito della Luce, hanno deciso di prenderne parte a titolo gratuito. Si tratta di alcune tra le più importati realtà artistiche siciliane che hanno sentito forte l’esigenza di preservare e consegnare alle nuove generazioni la conoscenza. Le performance,  le installazioni artistiche, i suoni e i movimenti ispirati all’energia della luce accompagneranno il visitatore in una ricerca sonora e percettiva di bellezza. Al pubblico si richiede solo silenzio, affinché possa essere protagonista nell’ascolto».

In che senso il pubblico sarà protagonista nell’ascolto?

«In una società contemporanea in cui non si ha più il tempo di ascoltare, tanto noi stessi quanto gli altri, il Rito della luce è un invito all’ascolto attivo, civile e spirituale. Ascoltare arricchisce l’anima, la conoscenza, migliora e consolida il rapporto con l’altro. Nel momento in cui il pubblico si calerà nell’ascolto diventerà esso stesso opera. Quando l’anima è in ascolto si crea un’energia circolare, fonte di arricchimento spirituale, nasce emozione e quindi bellezza, una pienezza dell’essere che porta alla gioia. Con il Rito della Luce la condivisione dell’“ascolto” manifesta la sua anima, ovvero il “silenzio”».

In occasione del Rito della Luce sarà presentato  l’Archivio socio-antropologico della città di Catania, un’anteprima del Museo della Luce e della poesia?

«Durante i tre giorni del Rito nelle aule multimediali dell’Istituto Campanella Sturzo saranno proiettati gli scatti fotografici dell’Archivio socio-antropologico della città di Catania, frutto di un progetto che negli ultimi due anni ha coinvolto trenta giovani fotografi siciliani e alcuni grandi maestri della fotografia internazionale alla creazione di laboratori didattici in 50 scuole della città di Catania, che hanno affrontato il tema della Costituzione italiana. Gli studenti, insieme ai  fotografi e ai docenti, hanno dovuto interpretare e tradurre in immagini un articolo della Costituzione a loro scelta. Nel progetto sono state coinvolte anche le famiglie di 100 bambini di Librino –  che hanno raccontato la storia della loro vita per immagini – e 20 associazioni di volontariato che sono state descritte e raccontate attraverso il linguaggio fotografico dai bambini delle scuole. La sommatoria di tutti questi scatti concorre alla realizzazione dell’Archivio socio-antropologico che comprende i volti di oltre trentamila persone, gli abitanti di Librino e di Catania in generale. Le immagini dell’archivio saranno al centro di un progetto multimediale più ampio che interesserà ancora una volta Librino, luogo prescelto per la nascita del primo “Museo della Luce e della poesia” open air, che prevede l’installazione di opere fotografiche e gigantografie, affinché tutti possano essere partecipi della bellezza, che è conoscenza universale immutabile».

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