La sua passione per il vino inizia da bambina grazie all’amore che i genitori le hanno trasmesso per la natura e la campagna e grazie all’esperienza nella viticoltura dello zio. Oggi, Arianna Occhipinti, la giovane produttrice di vini, è conosciuta in tutto il mondo per il suo Frappato e per il suo Nero D’Avola, entrambi intensi e di qualità. A soli 30 anni è considerata una delle vignerons che più si è imposta nel mercato americano ed asiatico oltre che in quello europeo. Non è difficile trovare le sue bottiglie nei migliori ristoranti e wine bar di San Francisco e New York. Proprio nella Grande Mela, il suo vino biodinamico ha conquistato la pagina del New York Times dove Arianna Occhipinti è stata citata insieme ad altri grandi e storici winemakers. Originaria di Vittoria, nel ragusano, dove coltiva dieci ettari di vigneto e quindici di ulivi secolari, lo scorso novembre, Arianna ha vinto il premio Next in Wine 2012, il concorso ideato da Simonit&Sirch con la Scuola italiana di potatura della vite per premiare il talento dei viticoltori italiani under 35.
Nei prossimi giorni Arianna Occhipinti presenterà al Vinitaly il suo romanzo “Natural woman. La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione” edito da Fandango.
Intervista a Arianna Occhipinti
Da dove nasce il suo Frappato, uno dei suoi vini più apprezzati?
“Il mio frappato nasce da un sogno che credo aver sempre avuto. Voglio che ci si senta quello che penso, la terra che lavoro, l’aria che respiro. Vittoria in tutta la sua storia e forse anche me stessa. Lo amo particolarmente perché è la sintesi della mia Sicilia, con i suoi mille volti. Lo adoro perché a volte è difficile, aspro e sanguigno ma estremamente elegante. Lo ringrazio per avermi riportato in Sicilia, dove da qui tutti continuano a partire”.
Quali gli ostacoli per una giovane donna siciliana che lavora in un settore come quello del vino, spesso dominato dagli uomini?
“Non è mai stato uno svantaggio, ma sicuramente da un punto di vista produttivo e organizzativo, inizialmente non è stato facile. Conquistarsi la fiducia dei propri collaboratori e dei vicini o degli anziani al quale ho chiesto di insegnarmi alcune pratiche in vigna, ha richiesto del tempo. Adesso c’è un grande rispetto. Penso che sia più importante l’essere determinati che l’appartenere a un sesso specifico”.
I vini siciliani oggi si stanno riscattando da anni di dominio dei vini toscani. Rimane però una grossa fetta di mercato da conquistare. Pensa che sia solo una questione di marketing?
“Noi siciliani abbiamo un grande territorio, e negli ultimi anni lo abbiamo dimostrato. La chiave sta nel sapere comunicare in modo fresco e nuovo sempre, ma senza mai dimenticare la nostra storia e le nostre tradizioni agricole”.
Il vino che più le somiglia? Come lo descriverebbe?
“Rosso e sanguigno”.
Il New York Times l’ha definita “Natural woman” per il suo vino biodinamico. Perché è importante che un vino sia biologico e naturale?
“ Il mio vino nasce dal rispetto di ciò che mi circonda. Dal voler migliorare le condizioni della terra sulla quale lavoro, dall’amore per i vini che faccio e dal rispetto della gente che li beve”.
Arianna Occhipinti che rapporto ha con la sua terra?
“ Adoro la Sicilia, per l’energie che mi dà, per ciò che racchiude, per quanto è bella. Viaggio spesso per lavoro, ma poi ho sempre tanto desiderio di tornare. E quando ho tempo cerco di godermela nel miglior modo possibile”.
Scritto da Liliana Rosano
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