Casini: “L’antipolitica è colpa nostra”


Pierferdinando Casini

Pierferdinando CasiniLa contestazione di una trentina di componenti del Collettivo di Scienze politiche del Movimento studentesco catanese non lo ha sorpreso né infastidito più di tanto. Un sorriso per mascherare appena un po’ d’imbarazzo  quando è stato esposto uno striscione con su scritto “Nessuna lezione dall’UDC”. Pierferdinando Casini dopo questo fuoriprogramma, comunque prevedibile e previsto, a giudicare dallo spiegamento di poliziotti e carabinieri, ha iniziato lectio magistralis su “L’autoriforma della politica”,  argomento che gli ha consentito di parlare della situazione attuale, politica ed economica dell’Italia, e di glissare sulle vicende politiche locali, come la recente fuoriuscita dell’UDC dalla Giunta regionale.

Presidente, come, e se, può autoriformarsi la politica?

“Non credo ai complotti, anche se ci sono i complottasti. Per me, quindi, non c’è nessun complotto contro la politica, ma c’è una forte antipolitica che in grande parte è alimentata dalla stessa politica. Mi spiego: se noi non capiamo che il sentimento di antipolitica diffuso tra i giovani è colpa nostra è sbagliato, come è sbagliato chiuderci a riccio o fare finta di niente. Purtroppo la politica ha dato tante cattive prove di sé e la colpa è di chi ha generato questa avversione, a cominciare da chi oggi va a destra, domani a sinistra, poi al centro. È  diffusa l’opinione che il politico faccia solo i propri interessi, purtroppo. Dobbiamo ritornare ad essere credibili, quindi, autoriformandoci”.

 

 

Spesso di parla anche della bassa qualità del ceto politico in generale…

“Per le assunzioni ci sono i colloqui o i concorsi, l’esame di idoneità per un politico sono le elezioni e in Italia non mancano certo gli appuntamenti all’urna. Un politico può sbagliare o non essere all’altezza del suo mandato, così come l’elettore può sbagliare a dare il suo voto, ma poi ci sono le prossime elezioni e queste sono il sale della democrazia”

Il grande tema di attualità è la riduzione dei costi della politica, che però spesso si confondono con i costi della democrazia, cioè delle rappresentanze dei cittadini. Tagliare privilegi e benefit basta a riavvicinare il cittadino alla  politica?

“Non basta, non credo. Il cittadino non contesta a mio avviso i costi della politica in quanto tali, ma in relazione alla mancanza di risposte. Penso che sopporterebbe con maggiore soddisfazione anche costi superiori se però ci fossero risposte in generale concrete”.

Lei sostiene il governo Monti: perché?

“Perché sta facendo ciò che è ormai inevitabile fare e che andava fatto molto tempo fa. I fatti ci stanno dando ragione eppure due anni fa, un anno fa quando lanciavamo l’allarme che l’Italia rischiava di ridursi come la Grecia ci prendevano per disfattisti. Purtroppo la famiglia italiana, in generale,  mantiene un tenore di vita molto più alto di quanto potrebbe. Non è vero che sono solo i ricchi a spendere molto, lo fanno anche coloro che percepiscono redditi medio-bassi, naturalmente in proporzione. E poi la nostra crisi è anche dovuta al fattore demografico: siamo un paese che guarda al futuro e non facciamo più figli, per fortuna che ci sono gli immigrati”.

Il presidente Casini elenca anche alcuni dati: in Inghilterra la popolazione attiva corrisponde al 51%, in Francia al 45%, in Italia al 39%. Il numero di medici per mille abitanti è rispettivamente di 2,4; 2,7 e 6,1.

“Monti sta intervenendo razionalmente sui costi in passato abbiamo risparmiato sulla difesa del territorio, con i risultati di Genova e Giampilieri, ad esempio, sulla manutenzione delle ferrovie o degli edifici scolastici. Questo governo vuole dar vita ad una stagione di liberalizzazioni, cosa ben diversa dalle privatizzazioni, per abbattere costi e tariffe”, sottolinea Pierferdinando Casini, che conclude con una frase ad effetto, tornando al tema della lectio magistralis: “I partiti stanno diventando proprietà private, alla faccia delle legge sul finanziamento pubblico”. L’effetto è, però, quello di un boomerang: sullo stemma dell’UDC non campeggia proprio la scritta CASINI ?

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