“Si cerca di risanare la disastrosa situazione economica risparmiando barbaramente sulla cultura”. Parole forti e dirette quelle di Enzo Zappulla, Commissario Straordinario del Teatro Massimo Bellini di Catania e Presidente dell’Istituto Storia dello Spettacolo Siciliano, sull’attuale situazione in cui versa il tempio della lirica catanese, che nonostante la crisi economica crede e combatte nella rinascita culturale del Teatro e della città di Catania. “Stiamo lottando per ridare un senso alla parola cultura e far nuovamente splendere il Bellini, da troppo tempo dimenticato dalle istituzioni; mi auguro che i traguardi raggiunti non vengano vanificati”. La lettera aperta della sovrintendente, Rita Cinquegrana, è un urlo disperato lanciato a tutti i catanesi, per far capire e conoscere al meglio la grave situazione in cui versa il Bellini. Lei ricopre un ruolo di estrema importanza. Come sta affrontando questa situazione? “La situazione in cui versa il Teatro Massimo Bellini di Catania è grave; la crisi che ha investito l’intera Italia ha posto in evidenza la necessità di puntare con maggiore convinzione e determinazione sul settore culturale, ma manca presso la nostra classe dirigente, intesa non solo come classe politica, la sensibilità che in altri paesi europei ha portato, proprio in ragione della crisi economica, ad aumentare le risorse da investire nelle attività culturali. La cultura, infatti, non può essere trattata alla stregua di un’impresa commerciale in cui il dare e l’avere si misurano in termini finanziari. La crisi generale coincide con la necessità che il Teatro ha di risanare il proprio bilancio dai guasti causati da precedenti gestioni in verità poco attente all’utilizzo delle risorse. Sarebbe necessario che gli Enti pubblici programmassero iniziative culturali servendosi per la loro realizzazione di quelle Istituzioni che sono dotate di professionalità e strutture organizzative adeguate. Stiamo valutando di aumentare la produzione implementando le attività collaterali al Teatro Sangiorgi ove contiamo di dare vita ad una stagione parallela incentrata sull’attività di approfondimento delle opere in cartellone e sulla valorizzazione dei tanti musicisti siciliani, oltre Bellini, quali Coppola, Frontini, Sangiorgi, Bucceri, Marinuzzi, Tasca; per la prossima stagione estiva stiamo programmando concerti delle nostre masse artistiche da realizzare anche in altre città e, parallelamente, alla ripresa del prestigioso “Festival Belliniano”. Un grande lavoro si sta anche facendo, per ordinare l’Archivio del Teatro recuperando quanto del materiale in esso contenuto è sopravvissuto a decenni di colpevole incuria. A conclusione del “Festival Belliniano 2012” offriremo alla città una prima ‘tranche’ di quanto recuperato e inventariato grazie alla generosa, disinteressata e competente collaborazione delle allieve della Cattedra di archivistica dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Di rilievo culturale l’Edizione critica delle opere del Cigno che il Teatro cura in collaborazione con Casa Ricordi il cui XIV volume è stato di recente presentato nell’ambito delle manifestazioni belliniane. Mi piace constatare che, pur nella gravissima situazione che vive il teatro, è di grande conforto l’impegno, la disponibilità, il senso del dovere e dell’appartenenza che la stragrande maggioranza del personale, in ogni circostanza, continua a dimostrare. Si è avviato positivamente l’iter per la stabilizzazione del personale precario che lavora in teatro da circa vent’anni. La stabilizzazione non comporta per il Teatro maggiori oneri e però serve a dare serenità ai lavoratori e alle loro famiglie”. Grandi novità e tanti cambiamenti all’interno del Teatro Massimo Vincenzo Bellini. Il direttore d’orchestra succeduto a Will Humburg è il cinese Xu Zhong; alla bacchetta cinese è stata affidata la direzione artistica. Questo avvicendamento e questo cambio al vertice cosa scaturirà nell’evoluzione del teatro? “Il M° Xu Zhong, nuovo direttore artistico, costituisce una scelta felice non solo per le indubbie qualità di musicista che gli vengono da tutti riconosciute ma anche perché favorisce una fattiva collaborazione con il mondo musicale cinese, particolarmente attento al melodramma italiano ed alla musica di Bellini. È stata infatti siglata una partnership tra il Bellini e il Teatro Oriental Center di Shanghai per un tournée da organizzare in Cina nel 2013. Oltre alle tradizionali stagioni lirica e sinfonica, sempre di grande decoro artistico grazie sia al consolidato, e universalmente riconosciuto, livello delle masse artistiche e tecniche del Teatro anche per quello degli artisti scritturati, si sta potenziando il settore delle visite guidate del Teatro definendo un protocollo d’intesa con i croceristi che settimanalmente visitano la nostra città e con le scuole. Una collaborazione, questa con le scuole, che si è intensificata con l’organizzazione periodica di visite guidate di ragazzi al Teatro e di spettacoli allestiti appositamente per loro. Teniamo molto con la Sovraintendente, dott.sa Rita Cinquegrana, e con il Direttore artistico, M° Xu Zhong al rapporto con la scuola da cui stiamo ricavando notevoli gratificazioni non solo perché vediamo il teatro pieno di ragazzi ma perché li vediamo molto attenti e notiamo che apprezzano sia le visite che gli spettacoli a loro dedicati. Tutto questo ci fa ben sperare per il futuro non solo del Teatro”. Enzo Zappulla, presidente Istituto Storia dello Spettacolo Siciliano. Lei ha il vanto di promuovere nel mondo la cultura siciliana riscoprendo e ridando valore e luce anche gli autori siciliani meno noti. Possiamo parlare dell’attivata dell’associazione culturale e quali sono state le sfide più grandi affrontate e superate? “L’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, che ho avuto il privilegio di fondare assieme a mia moglie Sarah Zappulla Muscarà e agli eredi dei protagonisti della nostra cultura tra Otto e Novecento e che ho l’onore di presiedere, ha fin dalla sua nascita – circa trent’anni fa – svolto una capillare, costante e preziosa opera di scoperta e recupero d’inedito materiale documentario che ha consentito di mettere in luce e valorizzare autori poco noti o aspetti ignorati di autori famosi. La sfida più grande è stata quella di vivere e operare, con risultati non di poco conto, senza essere sostenuti da finanziamenti pubblici regolari, agendo in assoluta autonomia e su base rigorosamente volontaristica, conquistando con l’impegno e la serietà scientifica, soprattutto rispetto e credibilità in Italia e all’estero. Ciò di cui andiamo maggiormente orgogliosi è di essere riusciti a documentare, con materiale di prima mano proveniente dai vari continenti, quella che è stata felicemente definita dal compianto Prof. Gianvito Resta, presidente fin dallo origini del Comitato scientifico dell’Istituto, “la stagione eroica del Teatro Siciliano” quando, cioè, nei primi decenni del Novecento, le Compagnie siciliane dirette da Nino Martoglio e capitanati da Giovanni Grasso e Angelo Musco, con in repertorio testi di Verga, Capuana, De Roberto, d’Annunzio, Pirandello, Bracco, Guimerà, Dicenta, riscossero straordinari successi sui più prestigiosi palcoscenici del mondo, dalla Spagna alla Francia, dall’Inghilterra alla Germania, dall’Ungheria alla Russia, dall’Africa alle Americhe, contribuendo, con la loro presenza nel panorama teatrale europeo, in maniera non secondaria a quella “rivoluzione teatrale” che ebbe in Majerchol’d e Stanislavskij i suoi teorici”.
Il Teatro, può secondo lei, rispecchiare il sociale ed essere utilizzato come una vera arma pedagogica? “Il teatro è certamente uno strumento educativo di eccezionale efficacia non solo per i singoli ma per un intero popolo. Si ricordi cos’era il Teatro per i Greci e per i Romani. Ma ha bisogno, come diceva Martoglio, di buoni testi e buoni attori. Bisogna sostenere i giovani e insegnare loro che il teatro è soprattutto passione, sacrificio, studio. Questo è quello che si prefigge la Fondazione Turi Ferro. Un attore che ha fatto del teatro la sua vita dedicandovi studio e passione sostenuto dalla dedizione della sua splendida compagna di vita e d’arte che è stata Ida Carrara”. È stata istituita una “Cattedra Sicilia” nell’Università di Salamanca. Questa importante iniziativa vede luce grazie all’intuizione di Vincente Gonzalez Martin, ordinario di Filologia italiana a Salamanca, Sarah Zappulla Muscarà, studiosa siciliana di fama internazionale, oltre la sua. Come nasce questo gemellaggio e qual è lo scopo principale di quest’unione? “La “Cattedra Sicilia”, costituita presso l’Università di Salamanca, la più antica dopo Bologna, nasce per iniziativa delle Università di Salamanca, di Catania e dello IULM di Milano, dell’Ambasciatore d’Italia a Madrid Pasquale Terracciano, dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, della Fondazione del Banco di Sicilia e dell’Associazione degli Italianisti spagnoli è nata con lo scopo di promuovere la cultura siciliana nel mondo”.
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