Ama in egual misura musica e scrittura. Il batterista jazz Francesco Cusa ha appena dato alle stampe il suo secondo libro Novelle Crudeli (Eris edizioni) che sarà presentato l’otto maggio al Salone del Libro di Torino. Un mix di fantasia e realtà grottesca, con uno stile a metà tra l’horror, il giallo e il surreale, che permette all’autore di far passare a miglior vita amici e conoscenti per dire, in estrema sintesi, che viviamo in una società mediocre.
Di cosa parla il libro?
“Racconto i vizi e le morbosità dell’uomo di oggi. I miei personaggi muoiono tutti e solo attraverso la morte riescono a trovare un riscatto. Non c’è mai un lieto fine. In questo libro molti dei protagonisti sono persone a me molto vicine, che con il loro consenso faccio morire un po’ alla volta. Utilizzo solo qualche particolare che possa in parte identificarli poi tutto è, ovviamente, inventato. Non ho amici così terribili. (ride) Parlo anche di Berlusconi e Gesù Cristo”.
Non le sembra di esagerare?
“Nient’affatto. Ovviamente ho estremizzato ogni concetto”. Qual è l’obiettivo? “Ho semplicemente voluto rappresentare una società grottesca spesso ai limiti della decenza. E l’ho fatto attraverso la psiche dei protagonisti di questo libro. La logica dei loro ragionamenti e dei difficili rapporti umani sono l’esempio, esasperato, di quello che viviamo quotidianamente”.
Come mai ha scelto la forma del racconto breve e non del romanzo? “Sento più consono alla mia istintività e alle mie corde la realizzazione di un racconto, anche perché è più vicino all’immediatezza di certe composizioni musicali”.
La vetrina torinese è molto importante. Crede in questo tipo di manifestazioni o sono, secondo lei, solo una grande trovata commerciale?
“In ambito musicale sono già avvezzo a questi grandi eventi. Sono convinto che sia fondamentale, oltre che necessaria, la capacità dell’autore di sapersi ritagliare uno spazio utile, originale ed interessante per coinvolgere i possibili lettori all’acquisto del libro”.
Lei come ritaglierà il suo spazio?
“La presentazione di Novelle Crudeli sarà molto particolare, perché ci saranno dei musicisti: Sonny Partipilo, Michele Anelli, Annalisa Pascai Saiu, la lettura di alcuni brani da parte di Alessandro Cevasco e il mio amico filosofo Salvatore Massimo Fazio, curatore della prefazione, introdurrà e coordinerà l’evento assieme a Mau Orsorosso Amendola. Mi aspetto che il libro venga venduto, letto e che susciti l’interesse della stampa. Non posso augurarmi che questo”.
Visto che prima di tutto lei è un musicista, lasciamo per un attimo la scrittura. Le riviste specializzate di jazz, come Jazzit o Musica Jazz, l’hanno piazzata tra i primi dieci batteristi più bravi d’Italia. Ci dica la verità, fa un certo effetto?
“Succede già da molti anni. Sarebbe ipocrita dire che non mi facciano piacere certe menzioni. Sarebbe meglio, però, non essere quotati e avere quella presenza discreta ai festival nostrani. Per es., a Catania, la mia città, in trent’anni di carriera non ho mai suonato in rassegne e festival d’un certo rilievo. Capita molto più spesso di suonare all’estero che in Italia. Paradossale per certi aspetti. Quindi non sfatiamo il famoso detto “nemo propheta in patria”. “Catania è una città estremamente esterofila (come l’Italia). Ho suonato in Africa, America ed Europa. A quarantasette anni mi piacerebbe realizzare un concerto particolare a Catania in uno dei tanti nostri bei teatri. Chissà…”.
Dopo il lancio promozionale del libro cosa farà?
“Terrò un workshop in Piemonte, farò un piccolo tour in Sardegna. Sto preparando il nuovo cd di The Assassins, il festival di Improvvisatore Involontario. Nella mia Sicilia, mi spiace dirlo, davvero poco o niente. Paradossale che Improvvisatore Involontario, etichetta e collettivo ormai famosi in tutta Europa, sia una realtà nata a Catania e siciliana DOC. La conoscevi? (ride) I nostri operatori culturali sono molto permalosi e si va avanti a simpatie. Amen”
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