Giovanna Brancato, docente e dirigente medico nell’unità operativa di chirurgia generale dell’azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania, è stata tra le premiate a “Donna Siciliana 2013” per “le competenze professionali acquisite e per gli eccellenti risultati ottenuti negli ultimi vent’anni nel campo delle tecniche chirurgiche di riparazione della parete addominale”.
«Antonio Omero ha pensato di conferirmi questo premio per due precise motivazioni – spiega – la prima in quanto rappresento il primo professore donna nella storia della nostra università; la seconda per i risultati ottenuti»
Ci spieghi meglio.
«Io e il mio Direttore, Angelo Donati, abbiamo messo a punto una tecnica chirurgica originale che riguarda la parete addominale, gestiamo da molti anni un servizio di chirurgia di riparazione della parete, un servizio di chirurgia delle ernie che, nella casistica, rappresenta uno degli interventi più eseguiti al mondo, purtroppo è lo scotto che l’essere umano deve pagare per il mantenimento della posizione eretta. Io sono stata per tre anni nel direttivo nazionale di European Hernia Society del capitolo italiano, continuo a formarmi, ad oggi sono circa 40 le pubblicazioni edite a stampa italiana ed estera sul nostro lavoro.»
Quali sono i risultati raggiunti?
«Di certo elevati, da almeno 19 anni facciamo interventi di ernie inguinali in anestesia locale con tecniche assolutamente innovative, mandando i pazienti a casa quasi un’ora dopo l’intervento. Inoltre abbiamo, in qualche modo, ampliato le indicazioni anche nella chirurgia dei laparoceli, anche questi in anestesia locale, tenga conto che in letteratura ci sono solo altri 20 casi nella terra del Fuoco in Argentina e forse qualche altro caso sulle montagne del Caucaso, noi li facciamo fino a 10/11 cm. di diametro in anestesia locale e questo ci consente di operare anche molti cardiotrapiantati.»
Che tipo di approccio riservate a pazienti così “delicati”?
«Un approccio multidisciplinare con una equipe costituita da nefrologo, cardiologo e chirurgo che conduce a risultati davvero eccellenti.»
Professoressa come vede la figura della donna all’interno di un contesto professionale come il suo?
«Una volta i chirurghi erano quasi tutti uomini, così quando iniziai 25 anni fa ero attorniata da colleghi uomini e un giorno in corsia un paziente mi guardò e mi chiese “scusi ma non c’è un uomo?”. Oggi, invece, si affidano totalmente; la situazione si è ribaltata con un 70% di donne chirurgo rispetto ad un circa 30% di uomini, che sembrano piuttosto prediligere le medicine cliniche, pediatria, cardiologia, medicina interna …».
Giovanna Brancato una donna assolutamente impegnata nel lavoro e nel sociale, una donna siciliana che ama la sua terra?
«Le rispondo citando la famosa scena di Nuovo Cinema Paradiso, quando Alfredo consiglia a Totò di abbandonare la Sicilia e di non tornarvi mai, così gli dice anche quando ti si stringerà il cuore, non tornare …io invece non sono mai partita, rimango qui e venderò cara la pelle, ma credo fortemente nell’impegno sociale, nel dovere di esserci, per questo mi sono impegnata anche in politica e continuerò a farlo, seppur con l’amara constatazione che siamo ancora troppo gattopardiani …»
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