Greenpeace: “Vogliamo sapere chi produce il nostro cibo”


Greenpeace

I volontari di Greenpeace sono scesi in piazza, ancora una volta, per un attacco, pacifico ovviamente, in 26 location italiane. È successo nei giorni scorsi. Scopriamo meglio come e perché con Federica Ferrerio, la Responsabile Campagna Food For Life e Progetti Speciali, di Catania.
Perché siete scesi in piazza?
Greenpeace sta lavorando per denunciare i problemi legati all’agricoltura industriale e la necessità di investire e dirigerci sempre più verso un’agricoltura che noi definiamo veramente sostenibile, e che si basi cioè sui principi dell’agroecologia. L’esigenza primaria è comunicare con la gente, con i consumatori. Renderli consapevoli e informarli. Per questo ci siamo diretti nelle piazze italiane con indosso i camici medici e in mano mele biologiche, accompagnate dai cartelloni Leva il pesticida di torno. Ben l’83 per cento delle mele prodotte in modo convenzionale sono risultate, infatti, contaminate da residui di pesticidi, e nel 60 per cento di questi campioni sono state trovate due o più sostanze chimiche. Solo le mele biologiche sono risultate libere da sostanze chimiche di sintesi.
pesticidi volontari greenpeaceLeva il pesticida di torno è anche un invito diretto e personale di Greenpeace alla gente. Cos’altro avete chiesto ai passanti nelle piazze?
D’impegnarsi in modo consapevole e diretto per muoversi, anche a piccoli passi, verso un agricoltura sostenibile tramite azioni quotidiane. Gli abbiamo fatto ripetere, davanti le videocamere, i buoni propositi di portare a termine azioni positive come: Dimezzerò il mio uso di carne, Mangerò solo alimenti bio, locali e di stagione per tre mesi, non userò pesticidi chimici nel mio orto o giardino, seguirò una dieta vegetariana per un mese.
Perché è importante l’agricoltura sostenibile?
Perché l’agricoltura sostenibile è fondata sulla relazione tra chi coltiva e chi consuma, mettendo insieme conoscenza scientifica e innovazione con natura e biodiversità. Perché riesce a promuovere lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare, restituendo alle comunità locali la capacità di provvedere al proprio sostentamento in maniera sicura, salutare ed economicamente conveniente. Perché l’agricoltura sostenibile valorizza, inoltre, i cicli della natura, tutela le risorse naturali, le api e gli altri impollinatori, e contemporaneamente ci fornisce alimenti sani, prodotti senza danneggiare il clima e il Pianeta.
Quali sono state le reazioni della gente?
In generale abbiamo riscontrato ovunque molto interesse e preoccupazione sul tema. Serve ancora molta informazione ma stiamo riscontrando molta più consapevolezza sulla necessità di un’agricoltura più sana. Questa consapevolezza è anche scaturita dai continui scandali alimentari. Sta crescendo la richiesta di alimenti biologici non solo perché garantisce di portare in tavola cibi che non contengono residui di pesticidi, ma anche perché si comincia – anche se lentamente – a rendersi conto della connessione cibo-campo. Ovvero se acquisto un prodotto derivante da agricoltura biologica, non solo avrò un prodotto finale più sicuro, ma

greenpeace contro i pesticidi
La manifestazione di Greenpeace a Catania

collaborerò anche a non inquinare con sostanze tossiche i campi (suolo, acqua, aria, fauna, flora), dove questo alimento è stato coltivato. In buona sostanza sta maturando l’idea che anche le nostre piccole scelte quotidiane (come fare la spesa), possono avere un peso importante per salvaguardare il nostro futuro.
Qual è il messaggio e la spinta che Greenpeace vuole lanciare?
Dobbiamo essere tutti consumatori consapevoli, amanti del cibo, agricoltori moderni e innovativi, e anche politici e imprenditori che guardano al futuro. Insieme dobbiamo riappropriarci del nostro cibo, sapere da dove viene e conoscere chi lo produce. Greenpeace protesta contro questo sistema malato mentre costruisce un futuro di sostenibilità. I grandi cambiamenti iniziano con i piccoli passi.

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