Un gioco, nato per caso come tanti, l’amore per la propria terra, sale di ogni ricetta turistica di successo, l’input di un’amica che credeva in lei e una barca di passione che l’ha traghettata dal laboratorio ai social. Così un giovane biomedico diventa instablogger.
Ed è proprio vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma lei, Ilenia Curiale, 31enne d’origine siciliana, ha imparato a studiarlo il mare di Instagram, iniziando un nuovo viaggio che non sa dirci a quali lidi la farà approdare, navigando tra la bussola della creatività e l’astrolabio dell’impegno, ma che di certo sembra andare a gonfie vele se oggi -con soli 290 post- è giunta a 13,3mila followers, partendo da soli 400 nel luglio 2020, quando tutto ebbe inizio.
Un profilo, ticidevoportare_insicilia, che cresce di circa mille followers al mese, annaffiato dalla sola acqua della passione e concimato dalla sapiente dedizione di un talento, nonostante un mercato, quello turistico, che sembra essere già saturo, la sfida continua, d’altra parte è lei stessa a dirlo «Un fiore non pensa di competere con quello accanto, semplicemente fiorisce».
Diventare instablogger è ormai un sogno comune: metti un’idea, la faccia su Instagram e il gioco è fatto, ma è davvero così semplice?
«Per nulla. È vero che c’è chi lo fa per professione e chi per passione, ma il lavoro dietro ogni contenuto è notevole in entrambi i casi. Bisogna davvero credere nel proprio progetto e imparare a comunicarlo senza costruzioni, rimanendo se stessi, ma mettendoci la faccia, appunto».
Ilenia, da ingegnere biomedico a travel blogger di successo, il passo è stato breve?
«Le cose vanno di pari passo, ho scoperto la multipotenzialità e dopo tanto tempo ho finalmente dato un nome al mio eterno desiderio di fare mille cose e imparare tantissimo, anche se non nel campo di studio, l’ingegneria. ticidevoportare_insicilia è passione al momento e voglio lasciarla tale perché alimenta la mia creatività e il mio grande desiderio di far scoprire la Sicilia vera, autentica, quella emozionale».
Istruzione fuori dalla tua terra come capita a tanti giovani d’oggi, ti consideri un cervello in fuga che ha trovato nei social l’escamotage per tornare o è stata solo una casualità?
«No, lavoro in Sicilia da 4 anni e mezzo, con uno stacco di 8 mesi a Milano e il mio lavoro è completamente avulso dai social. Ho scelto una laurea che consente grande flessibilità nel mondo del lavoro e così ho avuto l’occasione di tornare in Sicilia. Ma ancora, dopo 11 traslochi, mi considero una nomade in cerca di un posto dove metter radici. I social mi hanno dato l’occasione, semmai, di conoscere tantissime persone che amano la nostra terra in maniera così viscerale da tornare a tutti costi per valorizzarla, per viverla, per tramandare alle nuove generazioni il concetto che si può vivere in Sicilia senza dover necessariamente fuggire».
Quando e come è nata l’idea?
«E’ nato tutto per caso, da un viaggio a Salina con una delle mie più care amiche, Virginia. Lei crede tantissimo in me e vedendomi interessata al mondo social e sapendomi innamorata follemente della mia
terra, mi ha regalato una maglia ricamata a mano da lei, la scritta recitava “Ti ci devo portare”. Così, proprio quel giorno è nato il mio progetto ticidevoportare_insicilia. Ci son voluti circa 3 mesi per partire davvero, perché avevo troppe idee, troppe foto e nessun punto da cui partire».
Se ticidevoportare_insicilia, questo il nome del tuo profilo, fosse una ricetta, da quali ingredienti sarebbe composta?
«Genuinità, emozione, passione»
Come diceva la canzone di Morandi? «Uno su mille ce la fa», quali consigli daresti agli altri 999?
«Direi che sono una dei 999 e non la millesima! Che il tuo progetto sia nato anni fa o oggi, non importa, se ci credi, se hai passione, se hai voglia di investire del tempo che ti fa star bene, credici e non mollare. Ma prima di tutto, studia. Su questo sono stata molto categorica: ho capito sin da subito di dovermi rivolgere a dei professionisti per studiare non l’algoritmo, attenzione, ma come stare sui social, come rendere il percorso dell’utente un viaggio virtuale in Sicilia».
Credi di aver trovato la vera vocazione della vita o fare la travel blogger in Sicilia resterà solo una passione?
«Ti rispondo in siciliano e ti dico “Cu Sapi” che è più divertente del classico “Who knows” no? (sorride…) Al momento sto inseguendo un obiettivo lavorativo e ticidevoportare_insicilia è una passione. In futuro, chissà. Sono talmente imprevedibile, che non riuscirei proprio a darti un’indicazione precisa»
Una volta tanto, almeno in questo tipo di dinamiche social, l’essere donna può aiutare?
«A mio avviso, no. Inizialmente pensavo che i social fossero pieni di mele marce, invece posso dirti con sicurezza che la community che ti segue, seguirà i tuoi valori. Se trasmetti determinati valori, se non c’è costruzione né finzione, attrarrai persone interessate a quello che dici, indipendentemente dal tuo sesso».
Di solito il food la fa da padrone, ma il turismo non scherza, non ti spaventano i competitors? Cosa fai per fare la differenza?
«Ti rispondo con un messaggio meraviglioso, letto giorni fa per caso: “Un fiore non pensa di competere con quello accanto, semplicemente fiorisce”. Ed è questo che cerco di fare».
Cosa cercano gli utenti Instagram nel tuo profilo? E’ importante studiare il target di riferimento?
«Studiare il target è importantissimo per capire a chi ti rivolgi. Quando parli di Sicilia, a seguirti possono essere in tanti, di target diversi. Ci saranno i siciliani che vivono in Sicilia e mi seguono per scoprire nuovi luoghi di questa terra, ancora mai visti (perché sì, tendiamo a viaggiare tanto fuori, ma la nostra regione la conosciamo poco), ci saranno Siciliani emigrati all’estero che mi seguono perché con la propria terra natìa c’è un cordone ombelicale che mai si staccherà e poi ci sono tutti quelli che la Sicilia non l’hanno mai vista e per scegliere di visitarla hanno voglia di leggere prima il racconto che si lega ad alcuni territori. Gli utenti Instagram penso cerchino la bellezza dei racconti siculi, le storie di chi è rimasto per valorizzare questa terra e anche un po’ di leggerezza».
Ci salutiamo con la domanda di rito, cosa bolle nella pentola di Ilenia per il futuro?
«ln effetti vorrei saperlo anch’io. Sono in una fase di stallo da cui spero di muovermi presto, perché ho voglia di investire le mie energie in tanti progetti. Ma sul futuro, chissà… lo scopriremo solo vivendolo!»
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