“Mi sono avvicinata pian piano al mondo dello spettacolo, un percorso graduale che mi ha fatto innamorare del teatro”. Nel backstage dei Viagrande Studios, tra una battuta e uno scherzo, in occasione dell’imminente prima nazionale del 28 ottobre de “Il bacio della vedova”, un thriller mozzafiato, per la regia di Jurij Ferrini, incontriamo la spumeggiante protagonista della commedia del drammaturgo Israel Horovitz. “Mi piace il ruolo che interpreto. Complicato ed emozionante che per le sue caratteristiche difficilmente viene affidato ad una donna. È il personaggio che avrei voluto interpretare da sempre.”.
Margie Burke ne “Il bacio della vedova” svolge un ruolo fondamentale nella storia al punto da cambiare la vita dei protagonisti. Quali sono i punti di forza della sua interpretazione?
“Per ovvi motivi non posso svelare molto sul mio personaggio, perché toglierei il piacere a chi verrà a vedere lo spettacolo di scoprire e gustare il plot narrativo. La forza del personaggio è strettamente collegata all’imprevedibilità della storia la quale si mescola alle tante emozionanti situazioni che si vengono a creare sulla scena. Margie è un personaggio molto ambiguo. È una ragazza che è vissuta in una periferica provincia del Massachussets dalla cui vita riesce ad affrancarsi e diventare una famosa giornalista di successo. Ritorna nei luoghi in cui è cresciuta ed incontra Arci Crisp, Davide Lorino, e George Ferguson, Luca Cicolella, due vecchi compagni di scuola. L’incontro avviene all’ interno di un deposito di cartastraccia in cui i due protagonisti maschili lavorano. Nel momento in cui le loro vite s’incrociano succederà qualcosa che cambierà inevitabilmente la loro esistenza. Niente potrà essere più come prima. La vita di Margie nasconde un segreto, che non si scoprirà prima della fine della storia”.
Il regista Jurij Ferrini dirige la commedia di Israel Horovitz, noto drammaturgo contemporaneo, nell’adattamento teatrale di Andrea Jeva Quacquarelli, creando un vero e proprio thriller teatrale. Cosa si aspetta da questo spettacolo?
“I miei colleghi ed io quando abbiamo letto il copione per la prima volta siamo rimasti estasiati da tanta forza ed intelligenza nella stesura del soggetto. Cercheremo di trasmettere le stesse sensazioni che noi abbiamo provato e ancora proviamo nel vivere e interpretare questo lavoro”.
Il suo è un personaggio complesso sin dalla prima scena. Ha utilizzato qualche tecnica particolare per dare vita alla complicata personalità della protagonista?
“Non ci sono particolari metodi o tecniche standard. Nel caso specifico trattandosi di una storia in cui il colpo di scena è l’elemento fondamentale di tutto lo spettacolo credo che la cosa più importante sia rimanere autentici, cioè fare in modo che il proprio personaggio viva realmente le emozioni e le sensazioni che si rappresentano sulla scena”.
Cos’è per lei il concetto di autenticità interpretativa?
“Cerco di passare allo spettatore lo stesso sentimento che ho provato io nel realizzare la scena. Credo che sia questa l’autenticità a teatro”.
Durante le prove o nel backstage c’è stato qualche evento particolare? Possiamo essere partecipi di qualche curiosità …
(ride)
“Capitava che ogni volta che arrivasse il momento della mia battuta si alzasse un vento spaventoso o arrivasse una scarica improvvisa di pioggia, facendo aumentare l’ansia e la suspense dell’ intera storia. Sono coincidenze che fanno ridere, ma al momento delle prove creavano una maggiore ansia e un forte pathos interpretativo”.
La sua carriera si muove tra cinema, teatro e fiction tv. Ricordiamo, fra i tanti, Il Commissario Montalbano e Squadra Antimafia. C’è un personaggio a cui è più legata o che ricorda con maggiore affetto?
“Si. Affettivamente sono molto legata ad Antigone. La scorsa estate per la regia di Cristina Pezzoli ho interpretato, al Teatro Greco di Siracusa, il dramma di Sofocle riscuotendo parecchi consensi. Sono legata ad Antigone, non solo per questo ma soprattutto, perché è stato il primo personaggio che ho letto ed interpretato a tredici anni. Ho iniziato ad amare il teatro grazie all’eroina greca che ha avuto per me una grande valenza affettiva”.
Come ha capito che la sua strada sarebbe stata il teatro?
“Andavo ancora a scuola e ricordo che i professori crearono un progetto didattico per avvicinare i ragazzi al teatro. Furono messi in scena alcuni brani classici. Io diedi vita ad Antigone. Quando vidi per la prima volta che il pubblico mi ascoltava in silenzio e mi guardava con attenzione, l’emozione fu talmente tanta che coltivai la mia passione fino a farla diventare un lavoro”.
Chi è Ilenia Maccarrone donna e attrice?
“Sono una giovane ragazza che ha voglia di fare bene il proprio lavoro. Mi definisco una persona entusiasta e curiosa, che quando crede in un progetto si spende con tutta se stessa per realizzarlo. Mi piacciono le persone che non si piangono addosso ma che agiscono per migliorare la propria esistenza. Sono una giovane attrice che sta facendo il suo percorso. Ho avuto tante opportunità lavorative che mi hanno fatto crescere molto ed apprezzare ancora di più questo mestiere. Sono una curiosa della vita e di ciò che un domani mi potrà accadere”.
Prossimi impegni lavorativi?
“Tanti. A dicembre sarò in tour in tutta Italia con “La Locandiera” e faremo anche tappa a Locarno in Svizzera. Inoltre “Il bacio della vedova” continuerà a girare per la penisola ancora per tanto tempo”.
Elisa Guccione
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