“La Sicilia ha sfornato tantissimi talenti ma riconosce i suoi artisti solo quando li ha visti sbocciare altrove”. Polemica? Assolutamente sì. E non lo nasconde. L’attrice Rosaria Russo, a Catania per ritirare il Premio Maugeri-Amenano, in Sicilia sì lavora ma facendo casting nella città capitolina dove ormai vive con il suo bimbo di 3 anni e mezzo e il marito, l’attore acese Antonio Catania.
“Mi sono trasferita a Roma per seguire l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico – racconta – In Sicilia il mio sogno non si sarebbe potuto realizzare. E la cosa strana è che spesso i film in cui lavoro sono girati e ambientati proprio qui, nella mia isola. Ma non è paradossale?”.
Sposata con un collega, siciliano anche lui. Lavorare insieme è snervante o stimolante?
“È una situazione strana. Anni fa avevo lavorato con Antonio nello stesso film, ma non ci eravamo mai incontrati perchénon avevamo scene insieme. Ci siamo conosciuti quando giravamo il Giudice Mastrangelo con Diego Abantuono. Diego poi è un amicone, gli piace organizzare serate e cene per stare insieme. Io all’epoca avevo un compagno e anche Antonio aveva una relazione. Siamo diventati amici e abbiamo iniziato a raccontarci che con i nostri partner andava male e da lì è nato l’amore. Quando ci siamo sposati lavorare insieme è diventato più difficile, ci diciamo tutto quello che pensiamo e quindi diventa divertente ma è anche un continuo battibecco”.
Però continuate a lavorare insieme. Dovrebbe esserci un film in uscita.
“Eh sì, c’è. Per quanto mi riguarda ce ne sono due. Uno è L’attesa ed è stato girato a Catania con una regista esordiente Tiziana Bosco. I protagonisti siamo io, Luca Lionello, Gianmarco Tognazzi, e ci sono tanti attori siciliani. Il secondo è Il pasticcere per la regia di Luigi Sardiello, è un noir alla francese con toni sottili di commedia. E nel cast c’è Antonio. Il regista è lo stesso con cui ho lavorato ne Il piede di Dio. Incrocio le dita perché si ipotizza una partecipazione del film al festival di Berlino”.
Il futuro cosa ti riserva?
“Ho appena fatto un provino per una serie tv girata in Argentina. È la storia di una famiglia siciliana costretta ad emigrare in America. Questo inverno, invece, giro un film per il cinema con Luca Zingaretti e con Gianmarco Tognazzi. Si chiama Happy Days”.
E’ un remake del telefilm americano sulla famiglia Cunningham?
“No, no. Non c’entra nulla. È un giallo, una storia stranissima. Si può definire un film di nicchia”.
Di nicchia? Si può decidere di fare un film consapevoli che al grande pubblico potrebbe non piacere?
“Secondo me sì. Io lo faccio. Leggo la sceneggiatura, se mi piace considero il fatto che potrebbe non essere capito, ma lo faccio lo stesso”.
Prima di salutarti voglio strapparti un’espressione di affetto per la Sicilia.
“Ma non c’è bisogno di strapparmela, io amo la mia terra. Il fatto che dica che non riconosce i suoi talenti è un dato di fatto, ma non posso che amare l’isola dove sono nata”.
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