La storia di Lorenzo S. ha letteralmente cambiato la vita di Mauro Pescio, attore e autore radiofonico e teatrale. E, per certi versi, l’incontro con Mauro Pescio ha modificato anche quella di Lorenzo S., un ex rapinatore vissuto tra Milano e Catania, Librino, diventato oggi un mediatore penale per la giustizia riparativa.
Di certo nessuno dei due si aspettava l’enorme successo del podcast Io ero il milanese, pubblicato da Rai Play Sound che ha ricevuto un’attenzione incredibile: oltre 2 milioni di ascoltatori.
Quello dei podcast è un settore che ha visto un incremento interessante negli ultimi anni e pare che circa 13 milioni di italiani ogni giorno ascoltino almeno 20 minuti di un podcast.
Entri in un mondo parallelo che ti fa conoscere storie straordinarie. Lo è anche quella di Lorenzo S. un uomo oggi di oltre 40 anni, entrato in carcere per la prima volta (da detenuto) a 14 anni. Aveva invece appena dieci mesi quando varcò le porte di San Vittore dove il padre stava scontando una pena a dieci anni per rapina.
La sua è una vita rocambolesca, vissuta ai margini della società, nella totale illegalità. Ma quel che è ancora più straordinario è il percorso che Lorenzo S. fa, raccontato nelle 14 puntate del podcast e nel libro, edito da Mondadori, che Mauro Pescio ha presentato nel capoluogo etneo in occasione del Catania Book Festival, intervistato da Mariagiovanna Italia.
Io ero il milanese. L’intervista a Mauro Pescio
Mauro, ci racconti l’incontro con Lorenzo?
L’ho conosciuto nell’estate del 2017. Lorenzo era uscito dal carcere da una decina di giorni ed era ancora disadatto alla vita fuori. Ha dovuto riabituarsi al rumore attorno a lui, al suono di piatti, posate e bicchieri in vetro, alla libertà. Dopo il nostro primo incontro, ci siamo rivisti periodicamente e ho registrato tutta la sua storia. Io ero il milanese è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, un uomo con cui la sfortuna si è accanita, un uomo che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. È la storia di come non debba mai venire meno la speranza, la fiducia e soprattutto di come si debba sempre offrire un’altra possibilità.
La sua esperienza in carcere, in effetti, è diventata una risorsa.
Assolutamente sì. Lorenzo oggi è un altro uomo, il milanese non esiste più. Il suo cambiamento è avvenuto attraverso un rapporto dialettico di messa in discussione di sé stesso e delle proprie scelte che gli ha permesso di rivedere le sue posizioni. Lorenzo ha trasformato il suo passato carcerario in una risorsa. Determinante, in questo senso, l’incontro con la giornalista Ornella Favero che nel carcere di Padova, dove era detenuto Lorenzo, gestiva la redazione del giornale Ristretti Orizzonti. Fino ad allora Lorenzo aveva vissuto solo l’esperienza del carcere punitivo. Da allora ha avuto invece un’altra possibilità, quella di guardare con occhi nuovi la sua storia. Prima di allora Lorenzo nel suo vocabolario aveva solo 100 parole. Rendendosi conto di tanti limiti ha cominciato a porsi alcune domande che sono state determinanti per il suo cambiamento.
Quanto ti ha cambiato Io ero il milanese?
Mi ha cambiato molto, ha stravolto la mia vita e anche quella di Lorenzo. Ne è nato un podcast, un libro, uno spettacolo teatrale e presto, si spera, anche una serie televisiva. Oggi io e Lorenzo siamo molto più che amici, il nostro è un rapporto profondo basato sulla fiducia e sul rispetto. Non ultimo, mi ha cambiato umanamente perché ho avuto la possibilità di acquisire un nuovo punto di vista su alcuni aspetti della vita.
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