Ismaele La Vardera, la mia denuncia contro la politica corrotta


Ismaele La Vardera nel video "Il silenzio è dolo"
Ismaele La Vardera nel video "Il silenzio è dolo"

A soli 21 anni, Ismaele La Vardera, ha denunciato l’omertà politica del suo paese, Villabate. Denuncia finita prima a Telejato, nel Tg di Pino Maniaci e poi l’intero caso è stato raccontato da Matteo Viviani a Le Iene su Italia Uno. Secondo quanto evidenziato in quel servizio, il sindaco e alcuni consiglieri comunali avrebbero preso parte ad un sorteggio per scrutatori non proprio regolare. Tra i “sorteggiati” amici e parenti dei politici di Villabate. Il giovane giornalista siciliano oggi ci presenta il suo primo libro Le piccole cose fanno la differenza.

Come è nata questa volontà?

“Grazie a questa inchiesta giornalistica che è partita proprio dall’assurdo. Si pensa che legalità sia legata solo ai gesti eclatanti invece non è sempre così. Come si è visto anche nel servizio de Le Iene, per 100 euro si sono venduti l’onore di essere gente di Stato. Hanno fatto interessi personali. Una politica clientelare. Il messaggio è quello che la legalità si nutre di gesti normali. Io ho fatto il mio dovere, quello di raccontare un fatto spiacevole e semplicemente porre l’accento sulle piccole cose che fanno la differenza”.

Com’è cambiata la tua vita dopo il servizio a Le Iene?

“Lo stesso giorno della messa in onda del servizio, il sindaco e la giunta hanno rassegnato le loro dimissioni, perché i metodi non erano trasparenti. Quando ho avuto quella registrazione in mano, mi sono trovato davanti ad un bivio. Lasciare l’esperienza alla storia o accettare gli inviti per raccontare e riflettere insieme il tema della legalità. Ho voluto lasciare una testimonianza da giovane a giovani. Un messaggio che arriva da un ragazzo di 21 anni che si è trovato in una situazione che può capitare a tutti. Ma io sono stato dalla parte della legalità”.

Hai riflettuto sul fatto che, probabilmente, molti tuoi coetanei non si sarebbero comportati allo stesso modo?

“Il problema è proprio questo.  Siamo stati abituati a dire che chi denuncia è un eroe. Non è così. Se noi eroicizziamo la normalità, significa che la società italiana ha un grande problema. Quello che è normale diventa eclatante. L’omertà è comoda ma è fine a se stessa. In seguito a quell’esperienza è nata un’associazione nazionale chiamata Le verità scomode. E in questo paese ce ne sono tante. Qualcuno deve parlarne”.

Ismaele La Vardera, il giovane giornalista che ha denunciato la politica corrotta del suo paese, Villabate
Ismaele La Vardera, il giovane giornalista che ha denunciato la politica corrotta del suo paese, Villabate

Non hai paura?

“Sì. Credo sia normale averne. Fa parte dell’essere umano. A volte mi sono chiesto se ho fatto la cosa giusta. Anche il dubbio rientra nella normalità delle cose. Però mi sono detto che la legalità ha un prezzo ed è quello della coerenza. Io mi posso guardare allo specchio e dire provo ad essere un uomo migliore”.

Un 21enne che va a parlare agli studenti suoi coetanei. Cosa ti trovi davanti?

 “Un’altra Italia. Molto spesso siamo stati abituati a credere che i miei coetanei siano bamboccioni  ma non è così. Vediamo le difficoltà che ci stanno intorno. La nostra indifferenza è il voler vivere in una realtà virtuale per non vedere quello che ci sta intorno. A loro dico basta scrivere “doccia time” su facebook. Iniziate a scendere per strada e cambiate il mondo. Iniziando dal posto in cui ci si trova, attraverso le piccole cose che fanno la differenza”.

 A TeleJato avete due gigantografie di Falcone e Borsellino che vi “guardano” dall’alto. Un domani cosa racconterai ai tuoi figli di questi due uomini?

“Qualora il buon Dio mi darà dei figli, gli dirò che loro non erano eroi. Per me gli eroi sono Goku e Super Sayan. Gente che fa cose che l’uomo non può fare. Falcone e Borsellino erano persone normali, avevano le stesse difficoltà degli umani. Ma con un obiettivo alto che era quello di fare la differenza. E ci sono riuscite al prezzo della vita”.

Adesso sei in giro con il brano “Il silenzio è dolo”, ma come nasce?

“Per caso ho conosciuto Marco Ligabue e gli ho chiesto di scrivere un testo di riscatto per la nostra Terra. Lui accetta questa sfida e coinvolge Lello Analfino dei Tinturia, Othelloman e Valeria Grasso. Adesso questa canzone contro la mafia la stiamo portando in giro in tutte le università di Italia. Saremo anche all’Università di Catania. Nei nostri incontri parliamo di quelle verità scomode (da cui prende il nome l’associazione), perché il silenzio non è d’oro ma dolo. Porta distruzione”.

Qual è il tuo augurio?

“Che questa Terra riesca a scoprire se stessa. E gli stessi siciliani comprendano che vivono nella Terra più bella del mondo. Un riscatto che parta dai giovani perché noi non siamo la coda di questa Italia, ma la testa. Solo così questa Terra la cambiamo davvero”.

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