Siamo d’accordo che Joe Barbieri è un artista di culto. In Italia una nicchia di aficionados lo consacra come l’erede riconosciuto di Pino Daniele, nel resto del mondo questo chansonnier napoletano è ormai un musicista venerato dal pubblico (in Francia e Giappone se dici musica dici cultura). Il suo ultimo disco, Respiro, è la prova di una grande maturità musicale. Dischi del genere, cesellati a mano, ormai ne escono di rado. Mi sono fatto un’idea: Joe Barbieri è il Caetano Veloso d’Italia.
Lo intervisto per Radio Flash e Sicilaedonna.it.
Il suo ultimo lavoro Respiro è in circolo da alcune settimane. Quanto tempo ha lavorato per tirare fuori le 11 tracce ?
“In realtà non tanto. Questo disco, a differenza dei precedenti che hanno avuto una gestazione più lunga e momenti di ripensamento profondi, si distingue dagli altri perché è un disco di getto, che si fonda sulla istintività. Per questa ragione l’ho voluto intitolare Respiro: il respiro è qualcosa che non controlliamo e non può essere assoggettato ad una scelta. Allo stesso modo queste canzoni sono nate senza il controllo di un rigore formale”.
Significa che tutte le tracce registrate sono state “buona la prima” ?
“Quasi. Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di amici, di professionisti, da lungo tempo. Questo comporta che ci si conosce così bene da ridurre gli spazi di fraintendimento”.
L’album Respiro contiene un paio di contributi eccellenti: Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, Gianmaria Testa e Jorge Drexler. C’è una prevalenza di jazzisti. Sarà un pregiudizio ma a me pare che nel mondo del jazz ci sia più genuinità. Lei che frequenta l’ambiente cosa ne pensa ?
“Sicuramente il jazz si fonda sulla estemporaneità dei contributi. Da un punto di vista umano – non essendo un jazzista ma un musicista di musica leggera sebbene contaminata – trovo che ci siano i due estremi: o trovi una grande chiusura oppure, come nel mio caso, trovi una grande responsabilità”.
Viene naturale accostare la sua voce e le sue musiche alle atmosfere incantevoli
di Caetano Veloso. Per dire: Diario di una caduta – uno dei pezzi dell’ultimo album, cantato assieme a Jorge Drexler – sembra un quadro musicale scritto da Veloso. Quand’è che possiamo vedervi insieme ?
(Ride) “Guardi, sto mettendo i soldi da parte per poterlo pagare in qualsiasi momento. Scherzi a parte: un giorno sarebbe meraviglioso trasformare questo desiderio in realtà. Per me artisti come Caetano Veloso o, andando ancora più a monte, Joao Gilberto sono dei capisaldi, rappresentano le fondamenta del mio concepire la musica. Se un giorno dovesse capitare di suonare assieme a lui, quel giorno sarei felice fino in fondo. Anche se occasioni per incrociare la spada con artisti di primissimo piano ne ho avute e posso per questo ritenermi fortunato”. (Per pudore ed eleganza Barbieri non cita lo splendido duetto con Omara Portuondo, nel fado Malegria contenuto nell’album Maison Maravilha).
Nelle note di copertina lei manda un saluto, ovunque essa sia, a Cesaria Evora, la ‘Diva a piedi nudi’ di Capo Verde, regina della morna scomparsa di recente. Qual è il suo rapporto con la musica del mondo ?
“È il primo giornalista che ha notato questo particolare. Non tutti sanno che sono anche un discografico, da 10 anni dirigo una piccola casa indipendente, la Microcosmo Edizioni, che si occupa di world music. Nel corso della strada fatta mi è capitato un grande onore: pubblicare, tre anni fa, quando Cesaria era ancora viva, una raccolta di sue primissime registrazioni. Si ascolta questa voce, quasi da bambina, che faceva intravedere tutti i lampi di talento e unicità. Tanti momenti privati della mia vita sono legati alla musica di Cesaria Evora. Non potevo, con questa ferita ancora aperta, non lasciarle un saluto”.
Giusto pochi giorni fa ha tenuto 6 concerti al Cotton Club di Tokyo. È noto che i giapponesi sono dei conoscitori, come pochi altri al mondo, di musica. A lei che trattamento hanno riservato ?
“Un’accoglienza incredibile. Ho un dettaglio per far capire: mentre io e i miei musicisti suonavamo, moltissimi dei presenti ascoltavano le canzoni ad occhi chiusi,
con evidente attenzione nei movimenti del corpo. Incredibilmente, così va il mondo, io vendo più in Giappone che in Italia. Vendo più in un paese che non capisce una parola di quello che dico, anziché nella mia amatissima Italia”.
Debbo manifestarle tutta la mia sorpresa: m’aspettavo di vederla suonare e cantare nel film-documentario Passione che John Turturro ha dedicato a Napoli e alla canzone napoletana. Quanto si sente patrimonio di quella città e di quella regione ?
“Pur essendo uno strenuo difensore della mia napoletanità, vivendo a Napoli, ho sempre avuto un approccio molto timido e rispettoso verso la nostra tradizione musicale. Tanto è vero che fino a prima di Respiro, mi ero ben guardato dal cantare in napoletano. Il nostro patrimonio è così radicato che fare qualcosa mi sembrava complicato e superfluo. Per quest’album ho voluto scrivere una canzone – ‘E Vase Annure – che potesse somigliare ad una canzone dei tempi andati, cercando di metterci dentro tutto ciò che mi piace: la mia cultura che attinge a Sergio Bruni e Roberto Murolo e anche un po’ di Brasile. Proprio per questa mia ritrosia a misurarmi con la canzone classica napoletana, mi sembra giusto non essere stato chiamato a rappresentarla”.
Quali odori e quali suoni hanno accompagnato la lavorazione di questo album ?
Lo zenzero e la cannella, dell’omonimo pezzo iniziale, sono aromi presi a pretesto o le piace davvero essere attratto da questi profumi ?
“A parte il fatto che, pur essendo un dilettante, sono un appassionato cuoco, mi piace cucinare e usare le spezie. Così come mi piace sperimentare generi musicali diversi e legarli tra loro come fossero ingredienti”.
Il suo amico e mentore Pino Daniele – produttore dei suoi dischi d’inizio carriera – ha ascoltato il suo lavoro ? L’ha chiamata per commentare qualcosa di Respiro?
“Devo dire che pur essendo amici, con Pino ci sentiamo raramente. Forse avrà ascoltato il disco. C’è da dire che entrambi siamo usciti con un disco nuovo lo stesso giorno. Avrà avuto un bel da fare, immagino”.
In Sicilia, in tanti muoiono dalla voglia di venirla ad ascoltare. Ha già in programma alcune date ?
“In Sicilia, ci vedremo questa estate. Sto concludendo il primo giro di concerti legati al nuovo album. All’inizio di giugno verranno comunicate le date estive e tra queste un paio di appuntamenti siciliani. Manco dalla Sicilia da un po’ tempo e non vedo l’ora di suonare da voi”.
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