Dal 2005 Jumpin’up propongono in giro per l’Italia la musica tratta dal repertorio Swing, Jump Blues, Old Rhythm and Blues, Rock & Roll e Jive tipica dello swing italiano, (come Renato Carosone, Fred Buscaglione, il quartetto Cetra) e dello swing americano, Louis Prima, Louis Jordan, Wynonie Harris, Roy Brown, Bull Moose Jackson e tanti altri) con l’intento di ricreare il caloroso sound dello Swing e del Jive degli anni 40 e 50, musica che regnava sovrana nelle sale da ballo dell’epoca, una musica nata per divertire. Parliamo degli Jumpin’up, band tutta siciliana, formatasi a Palermo e che rispecchia la classica formazione combo delle band di quegli anni, sezione ritmica, sezione fiati , pianoforte, chitarra e voce. In occasione del loro concerto tenutosi ieri sera presso il LAM Laboratorio Arte Musica a Catania nell’ambito degli eventi culturali dell’Associazione, incuriosita sono andati a conoscerli.
Jumpin’up, l’intervista
Come nasce questo progetto e perché avete scelto di fare proprio questo tipo di musica?
Semplicemente per passione, rispondono all’unisono Toni Marino (voce) e Giuseppe Montalbano (chitarra). La passione che da sempre nutriamo per quelle atmosfere, quei ritmi, quel modo di suonare e cantare che oggi non esiste più. La nostra è una vera e propria ricerca, studio di un mondo (non solo prettamente musicale) che in tanti cercano di ricreare, ma che in realtà è difficilissimo da riproporre. Prendi ad esempio il modo di suonare il contrabbasso…all’epoca era diverso da oggi, perché diversa era anche la struttura dello strumento stesso. Il nostro scopo è quello di proporre e far vivere il vintage non solo suonando la musica dei grandi del passato americani ed italiani, però pure facendo anche della nostra musica. Il nostro show si svolge in pieno stile anni 50, nell’abbigliamento, nella strumentazione, nelle coreografie ma anche nel modo di interpretare lo spettacolo. Uno show per tutte le età fatto da una musica che non è mai tramontata.
E il pubblico di oggi come accoglie la vostra proposta artistica?
La gente si diverte – dice Giuseppe – apprezza molto lo spettacolo perché ha voglia di distrarsi, di divertirsi, ballare. La musica che suoniamo ai tempi nacque con lo stesso intento. Era un’ epoca quella del post guerra in cui si cercava lo svago, la possibilità di dimenticare, comunque accantonare il doloroso e difficile momento storico da poco passato; si voleva guardare avanti, con fiducia e positività verso il futuro
Un po’ ciò che sta succedendo adesso che viviamo in momento di crisi sotto tutti gli aspetti…
Infatti – conferma Tony – la gente ricerca il divertimento, riscopre la voglia di ballare in un contesto di allegria e spensieratezza, pressappoco come è avvenuto tra gli anni ’40 e ’50 in America, in Italia e in Europa in genere. Perciò ai nostri concerti il pubblico partecipa con entusiasmo e coinvolgimento emotivo.
Oggi qual è la situazione dello Swing in Sicilia e in Italia in genere?
In Sicilia come nel Sud Italia giù dalla Campania invero, ancora non c’è l’interesse, non si è affermato e non è apprezzato come dovrebbe e come avviene invece in Italia ed in parecchi Paesi dell’Europa. Prova ne è il fatto che non esistono dei festival e degli eventi che richiamino e coinvolgano i musicisti del settore e facciano conoscere al grande è pubblico questo genere nei suoi aspetti e in ciò che i musicisti fanno. Cosa che invece succede nel resto dell’Italia e in Europa dove si organizzano eventi aperti a tutti, non solo per addetti ai lavori e amatori. Purtroppo è la realtà e dispiace questo se poi si considera che alcuni dei grandi musicisti del genere come Louis Prima (da noi amatissimo) per citarne uno, era di origine siciliana.
Avete all’attivo ben due album, e per il futuro cosa avete in progetto?
Stiamo lavorando ad un terzo album la cui uscita è prevista per la prossima estate e che includerà almeno cinque brani inediti oltre a qualche cover
La conversazione è assai gradevole ma si è fatto tardi e Tony e Giseppe devono raggiungere il resto della band composta da Andrea Di Fiore (contrabbasso), Raffaele Barranca (sax tenore), Angelo Trento (sax baritono), Nicola Genualdi (tromba), Claudio Guarcello (pianoforte) e Peppe Falzone (batteria).
Più tardi poi, in pieno show, nell’elegante sala gremita di gente entusiasta, che effettivamente canta e balla, mentre anche io, divertita e trasportata delle allegre note di un sound d’altri tempi sì, eppure allo stesso modo così presente e vivo, assisto ad uno spettacolo sensazionale. E mi viene da pensare che davvero lo Swing è un mondo a sé, che, probabilmente, è destinato a vivere per sempre.
Di seguito il video
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