Laura Salafia, la studentessa colpita da un proiettile vagante torna in Sicilia


Laura Salafia

Torna a casa Laura Salafia, rientra in Sicilia. La studentessa colpita nell’estate del 2010 da una pallottola vagante davanti alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Catania è adesso ricoverata all’ospedale Cannizzaro. Dopo i 16 mesi di ricovero al Montecatone Rehabilitation Institute di Imola, Laura è arrivata a Catania con il volo medicalizzato da Forlì messo a disposizione dalla Regione Siciliana attraverso l’Ersu.

Laura Salafia torna a casa

Arrivata a Fontanarossa è stata trasferita in ambulanza all’Unità Spinale Unipolare, unico centro del Sud Italia dedicato esclusivamente ai pazienti mielolesi.

Si tratta di quei pazienti che hanno subito una lesione del midollo spinale, aperto appena due mesi fa.

Qui, secondo le stime dei medici, Laura Salafia dovrebbe rimanere alcuni mesi, per proseguire la terapia riabilitativa e acquisire il massimo di autonomia possibile. 

Questo è, infatti, l’obiettivo del trattamento all’Unità Spinale, come hanno spiegato:

  • Francesco Poli, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro,
  • Salvatore Giuffrida, direttore sanitario,
  • Maria Pia Onesta, medico fisiatra responsabile dell’Unità Spinale, 
  • Carla Giansiracusa, medico anestesista dell’Unità Spinale.

Nell’immediato, tra gli aspetti clinici più delicati c’è quello della respirazione, perché, come ha spiegato Giansiracusa:

«il tipo di lesione subita impedisce a Laura una lunga autonomia e le provoca molta affaticabilità, che richiede l’aiuto di un respiratore domiciliare».

Laura Salafia: l’intervista ai medici

 Dottoressa Onesta, che tipo di assistenza darete a Laura Salafia nell’Unità Spinale?

“L’assistenza che viene data nell’Unità Spinale a pazienti che si trovano nelle condizioni di Laura Salafia, dunque pazienti tetraplegici, punta al recupero della massima autonomia possibile relativamente al livello della lesione subita. Ciò significa addestrare il paziente al ritorno a una vita autonoma, anche se naturalmente un’autonomia in carrozzina. Si tratta di gestire le problematiche cui questo tipo di pazienti va incontro (intestinale, respiratoria etc.), ovvero tutte le alterazioni di cui il paziente medulloleso soffre. È un lavoro che viene iniziato prima possibile e nel caso di Laura è stato impostato dai colleghi di Montecatone ed è arrivato a un livello di stabilizzazione. Noi continueremo il percorso iniziato cercando di ottenere i risultati ancora possibili”.

 Si può stimare la durata della permanenza di Laura nell’Unità Spinale?

“Con esattezza no, ma sicuramente sarà un periodo di alcuni mesi, necessario per dare alla paziente una sistemazione domiciliare adeguata. Ancora l’abitazione non è stata individuata, sarà necessario che noi potremo accedere per verificare le condizioni della casa e progettare con i tecnici l’abbattimento di eventuali barriere architettoniche”.

 Una volta rientrata in casa, Laura continuerà ad essere seguita dai medici dell’Unità Spinale…

“Sicuramente. Noi continuiamo ad assistere i nostri pazienti in regime ambulatoriale o in regime di day hospital,. Questo tipo di patologia necessita di controlli continui e c’è bisogno di effettuare valutazioni cliniche e monitorare alterazioni.

I pazienti restano dunque in contatto con l’Unità Spinale e lo sarà anche Laura”.

 

 

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