«Alla fin fine, l’amore è un incantesimo»: con questa frase il regista Giorgio Amato riassume il suo ultimo film: “Lo sposo indeciso, che non poteva o forse non voleva uscire dal bagno”. Una commedia brillante, che ha visto la prima assoluta nel suggestivo Teatro Antico, al Taormina Film Festival 2023.
Il film porta sullo schermo il matrimonio tra un insigne professore di filosofia, Gianni Buridano (Gianmarco Tognazzi) e Samantha, l’inserviente dell’università (Ilenia Pastorelli).
Nonostante le differenze sociali, culturali e caratteriali – il primo burbero ed incredibilmente acculturato, la seconda più ingenua e semplice – tra i due sboccia un amore che li porta immediatamente al matrimonio. Una celebrazione segnata dalla sfortuna, tra la pioggia torrenziale, una rovinosa caduta dalle scale ed infine una malattia innaturale che costringerà il professor Buridano ad urinare di continuo, bloccandolo nel bagno della sagrestia.
Oltre i già citati Tognazzi e Pastorelli, “Lo sposo indeciso” vede un cast molto ricco, con attori importanti che conoscono bene i set della commedia italiana: parliamo di Francesco Pannofino, di Ornella Muti e la partecipazione straordinaria di Claudia Gerini.
Inoltre, sono presenti
- Stefano Pesce,
- Morena Gentile,
- Giulia Gualano,
- Giorgio Colangeli,
- Giulia Elettra Gorietti
- e Giselda Volodi.
Giunto a Taormina, il regista Giorgio Amato ha condiviso il Blue Carpet del Film Festival con i protagonisti Tognazzi e Pastorelli, assieme anche a Stefano Pesce e Giulia Gualano – che, oltre ad avere un ruolo nel film, è la moglie dello stesso Amato.
Lo sposo indeciso: la prima a Taormina
Tra i molti sorrisi concessi ai fotografi, il regista ci ha concesso una breve intervista, partendo proprio dal cast e spendendo diverse parole di apprezzamento per gli attori: «Io non sono solito approfondire i personaggi nelle mie sceneggiature, è un compito che lascio agli attori e che spesso svolgono magistralmente.
Il personaggio di Buridano?
Ho chiesto a Tognazzi di farmi uno Sgarbi incazzoso, lui mi ha compreso al volo e quando l’ho visto recitare ho detto “è lui”.»
Lo stesso Tognazzi, che divincolandosi tra un selfie e un altro ci ha lasciato una battuta, ha risposto all’elogio di Amato, affermando che «Il ruolo dell’attore sta proprio in questo: definire la figura di un personaggio, così da dargli una maggiore credibilità»
A proposito di ciò che ha ispirato “Lo sposo indeciso”, Amato rispolvera i propri studi in sociologia, cruciali per la redazione del soggetto, ma parla anche di un’esperienza personale proprio in un bagno e di un film con un attore scomparso da pochissimo, Francesco Nuti: «Una volta in bagno, ho avuto una minzione molta lunga, e da lì ho ripensato alla scena di “Madonna che silenzio che c’è stasera” dove Nuti non smetteva mai di fari pipì. A questo ho aggiunto i miei studi a proposito della concezione sociologica sulla magia e sull’incantesimo»
Lo sposo indeciso: Il senso del film
E se dovesse racchiudere il senso de “Lo sposo indeciso” con una parola, Amato non ha dubbi: indecisione. «Il paradosso dell’asino di Jean Buridan – da cui il nome del professore – esprime
perfettamente il senso del film: un asino viene posto di fronte a due balle di fieno perfettamente uguali, e per questo non sa quale scegliere. Così, resta fermo e muore» dichiara il regista.
«Il paradosso e l’impossibilità di decidere hanno la meglio nel mio personaggio, che viene travolto dall’incapacità di prendere una decisione netta»
A questo punto abbiamo concluso l’intervista chiedendo ad Amato di indicare cinque film che ha ritenuto cruciali nella sua formazione. Esita un po’, ridacchia e infine elenca «Certamente Pulp Fiction, Shining,
Le Ali della Libertà… e tantissimi altri che faccio fatica a ricordarli»
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