L’Asa torna a parlare di Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, sottolineandone l’importanza. Abbiamo intervistato Marina Virgillito, presidente dell’ente autorizzato per le adozioni internazionali:
Ci spiega meglio la figura del garante per l’infanzia e l’adolescenza?
“È una figura importante, che deve fare in modo che i diritti dei bambini e degli adolescenti possano essere promossi e tutelati. Ha una funzione di vigilanza e di sorveglianza. È una figura di riferimento. Il garante nazionale, Vincenzo Spadafora, ha dichiarato nella sua relazione al Parlamento che le richieste d’aiuto si sono quadruplicate. La figura del garante ha il compito importantissimo di essere un riferimento anche per le istituzioni.
Vorrei parlare anche del progetto “ Adozioni Modello Sicilia”, risalente ad otto anni fa. Una piattaforma telematica che poteva essere d’aiuto alle coppie adottive. La coppia poteva controllare on line a che punto era la pratica al tribunale e controllare tutto l’iter burocratico. Gli enti potevano colloquiare in collaborazione con i servizi. Lo gestiva la Regione, ma adesso non sappiamo più che fine ha fatto”.
Qual è la situazione attuale delle adozioni al Sud?
“I dati riferiti al Sud riflettono un po’ anche quelli nazionali. Abbiamo un calo del 30% delle idoneità. Non c’è una diminuzione delle coppie disponibili ad adottare, ma delle dichiarazioni di disponibilità”.
Quali sono i paesi di provenienza dei bambini che vengono adottati attraverso l’associazione Asa?
“Noi adottiamo in Europa, Ungheria, Bulgaria, Polonia, Moldavia, Repubblica Ceca, Ucraina, Federazione Russa e siamo in attesa di essere autorizzati per la Slovacchia”.
Quali sono le fasce d’età dei bambini che vengono adottati?
“Abbiamo una media che va dai 5 ai 7 anni”.
Quali famiglie possono richiedere un’adozione? Che requisiti devono avere?
“I requisiti previsti dalla legge sono il matrimonio di almeno tre anni, oppure conviventi, ed essere cittadini italiani. Non ci sono requisiti legati al reddito”.
Cosa ci può dire sui tempi burocratici di un’adozione?
“I tempi previsti dalla legge prevedono circa un anno per il decreto d’idoneità. Dopo, da un anno dalla notifica dell’idoneità, la coppia deve conferire l’incarico ad un ente autorizzato”.
Qual è l’adozione che ricorda in modo particolare?
“Ero presente in Ucraina quando una coppia ha avuto l’abbinamento di una bimba di due anni. Io sono andata con loro e ho vissuto con la coppia tutta l’esperienza. Ma questo è stato un caso eccezionale”.
I bambini che vengono adottati, di solito, chiedono di tornare nel loro paese d’origine?
“I bambini hanno diritto di tornare alle origini e nel loro paese. Adesso, sono preparati all’adozione, sanno la loro storia e vengono informati. Abbiamo notato statisticamente, che tornare nel proprio paese è un momento importante nella vita dei bambini. Lo chiedono perché hanno un rapporto con i genitori adottivi talmente forte che consente loro di rivedere e di ripercorrere il loro passato. Molti genitori sono tornati coi ragazzi nei loro paesi”.
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